domenica 8 gennaio 2012

Josè Galletto - MEZZA RISPOSTA A PEPPE PANE

Carissimo Peppe Pane,
ho appreso direttamente da te della lettera, pubblicata su AdEst, che mi hai indirizzato.
L’ho appreso la mattina del 26 dicembre durante la telefonata in cui ti invitavo alla manifestazione per la Consegna della Sede alla Consulta.
Non senza disappunto ho letto, poi, le tue intempestive e singolari parole.
La questione sarebbe rimasta nell’alveo del privato, ovviamente, se non avessi voluto scrivere e pubblicare su AdEst le tue parole.
Anche se nel seguito avrò modo di spiegare come è nato e come si è dissolto il tutto, debbo sin da ora ringraziarti per permettermi, dopo giornate pesanti di abbuffate e nottate legate non soltanto alle attività ludiche proprie del periodo natalizio, di dare solo una mezza risposta.
Si perché lo stato dissociativo, da te palesato nella lettera, mi obbliga a rispondere ad uno solo fra Dr Jekyll e Mr Hyde.



Torniamo indietro di alcuni mesi….Rewind.
Quando Nino Di Noto diviene Assessore, e ti subentra nel ruolo, alla prima occasione utile, la prima Assemblea della Consulta, sei stato invitato e di concerto (ma scrive qualcuno per cui la parola vale più di una cambiale) si è deciso che nella manifestazione di consegna della Sede tu saresti intervenuto.
Il motivo di ciò: l’ultimo atto della tua presenza in Giunta, il 31 Dicembre 2010, era la firma apposta dal Sindaco nella Determina di assegnazione dei locali alla Consulta Giovanile.
Lì è terminata la tua esperienza di amministratore.
Tale esperienza, vissuta compiutamente, ti avrebbe portato a capire, da solo, come la presenza in manifesto del tuo nome non soltanto non era possibile (al momento non ricopri, se non erro, incarichi amministrativi) ma non era neanche pensabile inserire la dizione: ex Assessore alle Politiche Giovanili (non essendo stato l’unico ad aver ricoperto l’incarico, come ti ho spiegato, avremmo dovuto inserirvi tutti).
Non era pensabile neanche inserire: SPECIAL GUEST – PEPPE PANE a cui i tuoi trascorsi di DJ ti hanno abituato.
E con questo non ho fatto altro che trasporre in parole, esclusa la digressione del DJ, ciò che ci siamo detti a telefono il 26 Dicembre.



La tempestività delle tue parole.
Fino ad oggi si era parlato, perché sottoposto al giudizio dell’opinione pubblica mondiale, di Guerra Preventiva.
Mai credo ci si sia lamentati, pubblicamente, circa un mancato invito prima che una manifestazione, un evento, fosse avvenuto.
Leggendo AdEst, avevo davanti invece una lettera di LAMENTELA PREVENTIVA.
A cui non ho fornito una risposta preventiva.
Ma Peppe, immaginiamoci dei bambini che si lamentano con Babbo Natale il 21 Dicembre per non aver ricevuto nulla il 24 notte?
La risposta la hai avuta, ben prima di questa missiva, da chi ti ha informato circa le parole utilizzate nel mio intervento durante la Consegna della Sede. Parole, per la verità, replicate dal Sindaco a chiusura della manifestazione.
Ho atteso la tua presenza martedì sera confidando nella risposta avuta per telefono: “Sono felice di ricevere questa chiamata, verrò di sicuro…ci vediamo là”.
Ho ricevuto invece solo una tua chiamata la stessa sera, dopo la manifestazione, in cui mi ringraziavi per le parole usate nel mio intervento e mi raccontavi dei tuoi impegni nel nuovo negozio di Agrigento.
Ma dico io: se qualcosa di preventivo e sicuro c’è questo - lo presumo - è il calendario dei tuoi impegni.
Non potevi preventivamente valutare che non saresti potuto venire ed evitarti una lettera PREVENTIVA?
Non poteva Dr. Jekyll dire a Mr Hyde:“Almenu aspetta u 27…versu l’ottu di sira…e po lamentati”?



La singolarità delle tue parole.
Come ti ho detto a telefono, parlare di Cerimonia per la Consegna della Sede alla Consulta - che come ho sottolineato nell’intervento ricade in un periodo di festività e regali, ma che non si configura assolutamente come un cadeau - è improprio.
I locali della Sede della Consulta li ha assegnati il 31 Dicembre del 2010 il Sindaco grazie all’Ordinanza che tu gli sottoponesti ed all’impegno da te profuso nel periodo in cui hai rivestito l’incarico di Assessore alle Politiche Giovanili.
Nessuno può negare ciò.
Ma io non sono abituato alle Cerimonie, soprattutto quando si tratta di qualcosa che è stabilito statutariamente.
Le Cerimonie sono, ed in questo spero di non dirti nulla di nuovo, i momenti di cui ha bisogno la politica.
“Oggi non viene consegnata la Sede a questa Consulta ma all’intera comunità di giovani raffadalesi che si riappropriano di un pezzo dell’ex Palazzetto dello Sport che è stato loro espropriato per il lavori nel Nuovo Palazzo di Città.
Per questo spero che l’esperienza della Consulta venga replicata dalla nuova Amministrazione, che si troverà, per così dire, il compito facilitato”.
Sono, quelle in corsivo, alcune parole del mio intervento.
Di fronte a ciò che senso ha scrivere “hai capito che non ti hanno neanche invitato alla cerimonia, apprendi solo dai manifesti l’evento, e neanche una chiamata, quando in passato serviva chiamarti ti chiamava sempre…ed inoltre (dal sito della consulta) si ringrazia per altro pubblicamente e sinceramente l’assessore di turno per la voglia e la tenacia dimostrata e profusa per l’assegnazione della sede…”
Non sono stati fatti inviti cartacei, hai ricevuto la mia chiamata e ovviamente non hai l’esclusiva dei ringraziamenti…se solo volessi leggere per cosa sono stati fatti e cioè “per le operazioni di consegna” e non per l’assegnazione.
Tutti sappiamo quanto politicamente siamo distanti con Nino di Noto ma questo non toglie che gli venga riconosciuto lo sforzo e l’impegno, tanto più se a farlo è il sottoscritto. È stato uno dei pochi interlocutori con cui ci si è raccordati sullo stato di avanzamento delle operazioni di consegna.
Io considero, e li consideravo quando tu li individuasti, i locali assegnatici inidonei, ma non mi sarei sognato di fare lo schizzinoso, di dirti “Pè, ma u vidi ca si un mi calu dugnu u tuppu?”.
Credo, a ragion veduta, che potendo scegliere nessuno avrebbe scelto quei locali.
Ma era evidente che sottoponendomi quella stanza non avevi altra scelta.
Non ho scritto alcuna lettera per lamentarmi.
Così come nessuno si è mai lamentato delle mie chiamate - semmai queste fossero state unidirezionali - neanche il Sindaco.
Non sono mica servite per avere un appalto o per chiedere favori, ma per aver assegnata una Sede.
Un diritto.


”Lo vedi Peppe, a volte gli uomini hanno la memoria corta, e si scordano facilmente dei sacrifici fatti, prendono sempre per buono l’ultima cosa detta o fatta, scordano il passato, dovresti essere lo stesso fiero che un progetto che tu hai iniziato, adesso vada in porto, forse hanno perso il tuo numero di cellulare, e non hanno potuto chiamarti”.
Mi spiace Peppe il progetto non lo hai iniziato tu.
E’ scritto nello Statuto.
“Art. 11 – Sede - La sede della Consulta Giovanile Comunale è il Palazzo Comunale. Le riunioni si devono tenere in locali del Palazzo Comunale. L’agibilità di altre sedi per riunioni e dibattiti deve essere preventivamente autorizzata dal Competente Organo Comunale.
Semmai va dato atto ai Componenti TUTTI della Consulta di aver dimostrato grande determinazione e tenacia nell’aver atteso tre anni per l’assegnazione e quattro anni per la consegna ufficiale della loro Sede.
Ed in questo senso è improprio anche ritrovare la notizia “L’amministrazione comunale di Raffadali, come da tempo promesso, ha consegnato la sede alla consulta giovanile”.
Perché non lo ha promesso.
Lo ha stabilito nel momento in cui ha deciso di creare la Consulta e di approvarne Statuto e Regolamento.


“Ci vuole più coraggio per dimenticare che per ricordare”
Quando hai fatto la scelta di impegnarti con questa Amministrazione credo di essere stato uno dei pochi ad aver avuto il coraggio di esprimere un’idea diversa da quella che circolava fra i banchi della sinistra raffadalese. (vedi il post I FEDELISSIMI DI CUFFARO)
Ho avuto l’impressione leggendo la tua lettera, che tu abbia voluto toglierti dei macigni dalle scarpe ed hai pensato di farlo con il sottoscritto.
Hai sbagliato indirizzo, caro Peppe.
E tu lo sai.
Credo che avrai modo di scusarti non con la mia persona, ma con la Consulta tutta che prima di andarti a fare il Natale serenamente hai mandato a quel Paese.
Giorni addietro leggevo le tue parole, su AdEst, sul “disturbo” nella Manifestazione in ricordo del Sen. Di Benedetto ad Agrigento.
Perché hai scritto il post dopo quella Manifestazione? Non potevi farlo una settimana prima?
A questo punto potrei augurarti, per rimanere in tema (o per restarne fuori), un buon 25 Aprile.
Ti auguro invece un Felice Nuovo Anno sperando che la questione sia possa considerare definitivamente conclusa.

Josè

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