Riflessioni.
Cinque anni fa, in pieno antagonismo politico contro un sistema di potere collaudato e contro una macchina elettorale impietosa, l'entusiasmo di una competizione ideologica ha spinto uomini e donne a schierarsi contro ciò che appariva inviolabile: la roccaforte del sistema nepotistico clientelare siciliano. Schierarsi contro chi prometteva un "posto" fisso o a termine appariva una pazzia. La lotta era impari in partenza. Materialmente si aveva la difficoltà di trovare uomini e donne disposti a manifestare un pensiero scevro dal condizionamento di una promessa diretta o indiretta e dal soddisfacimento di un "bisogno" o di un semplice capriccio.
Ciò non ha impedito di montare una campagna elettorale spinta dal solo propellente dell'entusiasmo, del sogno di poter cambiare le sorte di un destino deciso altrove. Triste circostanza per Raffadali. Qualcuno altrove decide per questa città e tali decisioni vengono fatte passare per scelte democratiche maturate in lunghi interminabili esercizi di sofismo.
Vi e', pero' qualcosa di più odioso di questo interminabile sproloquio: la mancanza di un entusiasmo inversamente proporzionale alla mutata potenza elettorale avversaria.
Mancano circa sessanta giorni all'appuntamento con le urne e regna una silente ipocrisia nel palesare una verità che tutti conoscono. Nelle segreterie politiche delle deputazioni locali una innaturale alleanza si e' materialmente spartita il territorio, incurante dell'insofferenza della gente verso i professionisti della politica. E' questo modus operandi che spegne l'entusiasmo di uomini e donne, che vorrebbero spendersi per il proprio territorio e la propria gente. Cercare di far passare per scelte partecipate decisioni che sono state assunte dai vertici e dagli stessi calate verso il basso e' un modo di concepire la politica che non appartiene al presente e che farà riassaporare recenti delusioni. Dieci anni fa vi fu una massiccia migrazione da sinistra a destra, incoraggiata dai benefici che si potevano ricavare dalle grazie del potente di turno. Oggi il polo magnetico sembra far invertire la rotta sempre per lo stesso motivo. Credo che sia più utile per ognuno di noi condividere un reale progetto per la nostra città al di la' delle aspettative che si ripongono nei rispettivi deputati di riferimento. Purtroppo manca ancora il progetto, il programma e, soprattutto, l'entusiasmo di spendersi per una idea di riscatto.
Aldo Virone - capogruppo Pd al consiglio comunale di Raffadali
1 commento:
non si può far finta che in questi 10 anni non sia successo nulla, non si può lasciare che il paese diventi una fetta della torta che altri hanno deciso di dividersi!
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