giovedì 26 aprile 2012

Lo specchio..Cuffaro ringrazia gli americani, noi i Partigiani!

Credo che essere mediocri non sia una colpa. Magari ti ritrovi in una famiglia importate e finisci per ricoprire incarichi che in altri contesti non avresti mai ricoperto. Ma anche nella mediocrità c'è del buono, se questa viene compensata con una buona dose di umiltà. Invece no. Non c'è nulla di peggio di chi mediocre si sente invece una cima. Silvio Cuffaro è Sindaco per interposta persona. Era "fratello di" ...e appena non lo è stato più è finito emarginato e abbandonato anche da chi, come il suo ex vice Librici, gli doveva tutto. L'intervento di ieri per la celebrazione del 25 aprile è la dimostrazione di quando scritto. Cuffaro ringrazia gli "americani" e dimentica di ringraziare i raffadalesi senza i quali in questo paese non avremmo la libertà. Salvatore Di Benedetto, Giugiù Impiduglia, Antonino Cuffaro e Vittoria Giunti non erano americani, ma erano italiani e raffadalesi di nascita o di adozione. Hanno combattutto, versato il loro sangue e poi sono tornati in Sicilia a combattere altre guerre. Contro il feudo, per l'emancipazione delle donne, per una nuova idea di società e, a pochi passi dalla fine, contro la mafiosità ed il cuffarismo.
 Ma Cuffaro non li cita per un motivo particolare, evitare il confronto con la sua idea di società.
Quel confronto il cuffarismo non può tenerlo, perchè non solo non ha lasciato nulla, ma ha distrutto quello che la generazione "partigiana" ci aveva regalato.
Uno specchio deforme il mondo di Silvio Cuffaro, dove chi è piccolo diventa grande, e la finzione diventa realtà.
Ringrazi bene gli americani il buon Cuffaro, perchè non è degno di ringraziare i nostri "Partigiani".
Quelli li onoriamo noi, ogni giorno.
 "Partigiano, come poeta, è parola assoluta", grazie Totò, Vittoria, Giugiù e Antonino... Per noi siete ancora vivi.   

1 commento:

Anonimo ha detto...

Gaetà, è doveroso ringraziare gli americani per il semplice fatto che nel 1943, non hanno imposto come sindaco il don calo di turno anche a raffadali come a villalba.
Ti abbraccio Paolo Giovanni Tarallo