giovedì 4 ottobre 2012

Se questa è una rivoluzione: facciamo nomi e cognomi


di Andrea Casano

Ricordo ancora una lezione di filosofia alle scuole superiori. Si parlava di rivoluzione copernicana. Dopo un dibattito in classe arrivammo alla definizione di rivoluzione: cambiamento attraverso il quale si arriva a un nuovo ordine.
Non devono essersi basati troppo su questa definizione alcune liste e partiti presentatisi alle prossime elezioni regionali. Un'analisi attenta, incrociando vari dati tra le elezioni prossime venture e quelle tenutesi nel 2008, mette in risalto sia la presenza degli stessi nomi che alcuni “salti di fosso” clamorosi. Un brulicare di candidature che sono passate dal sostenere Lombardo a farsi promotori della “rivoluzione” annunciata da Rosario Crocetta.
Per dovere di cronaca risultano ri-candidate anche persone che erano presenti quattro anni fa nella lista a sostegno di Sonia Alfano ed oggi sono inserite nelle liste dei grillini  (Allegra Isidoro, Maria Saija, Stefano Zito), come nelle liste di Italia dei Valori (Antonino Alessi, Francesco Pettinato, Pippo Russo, Giovanni Iacono) e della ex Sinistra Arcobaleno, oggi Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia Libertà, Verdi (Giuseppina Ancora, Calogero Miccichè, Romeo Bonsignore, Luca Cangemi, Salvatore Chiofalo, Francesca Cicchirillo). Per ulteriore dovere di cronaca, nessuno dei signori e delle signore sopra citati sono stati eletti. Di fatto nessuno è mai arrivato (tranne Miccichè) a sedere su uno scranno di palazzo dei Normanni.
Passando ai due schieramenti più forti almeno sulla carta, ci sono scottanti verità. Al di là delle candidature sporche messe in evidenza da più giornali e delle quali non vorrei parlare qui, quello che salta all'occhio è un radicale cambiamento di posizioni nel giro di quattro anni. In alcuni casi da far accapponare la scheda elettorale. Ma passiamo a nomi e cognomi.
Nella lista “Crocetta presidente” risulta essere candidato nella provincia di Agrigento, Angelo Messinese, sostenitore nel 2008 della lista “Lombardo presidente Sicilia Forte e Libera”. In provincia di Caltanissetta, Calogero Selvaggio. Candidato nel 2008 con il partito di Lombardo, il prossimo ottobre sarà presente nella lista “Crocetta presidente”.
Sulla rivoluzione di Crocetta mi sono sorti ulteriori forti dubbi quando ho scandagliato a fondo le liste Udc delle varie province siciliane, che ricordiamolo, nel 2008 ha sostenuto la candidatura di Raffaele Lombardo. In provincia di Catania sono candidati Marco Forzese, ex MPA, eletto nel 2008 con 9430 voti. Sempre ex MPA, Orazio D'Antoni, eletto anch'egli nel 2008 con 7359 preferenze. Colpo grosso è l'inserimento nella lista UDC di Catania, di Nicola Leanza, nel 2008 candidato con l'MPA ed eletto con ben 18509 voti. Candidato come quattro anni fa nell'UDC Salvatore Giuffrida detto Salvo, scelto ben 5924 volte dai cittadini e secondo più votato del suo partito. Ultimo, ma non ultimo per importanza, ritroviamo addirittura un ex candidato del PDL: trattasi di Giuseppe Raffaele Nicotra detto Pippo. Eletto con 10904 voti, è il cavallo forte su cui puntare per avviare la “rivoluzione”. Nella provincia di Palermo si assiste ad un'altra migrazione dall'MPA all'UDC. In questo caso i transfughi sono Armando Aulicino e Salvatore Lentini. A Ragusa, Orazio Ragusa, eletto nel 2008 con 12286 voti è passato da sostenere Lombardo quattro anni fa a riscoprirsi rivoluzionario crocettiano. La musica non cambia neanche nella provincia di Siracusa dove Giuseppe Sorbello è passato dai Democratici Autonomisti, formazione che sosteneva Lombardo nel 2008, all'UDC nel 2012, per sostenere Crocetta. In provincia di Trapani, Mimmo Turano già candidato nel 2008 con l'UDC sosterrà Crocetta in questa tornata elettorale.
Nel PD non ci sono state sostanziali modifiche rispetto al 2008. I nomi forti, quelli che puntano ad un posto all'Assemblea Regionale, sono rimasti tutti: Giacomo Di Benedetto, Giovanni Panepinto e Vincenzo Marinello per la provincia di Agrigento. In provincia di Caltanissetta è candidato nuovamente Miguel Donegani ma non ci sarà Calogero Speziale detto Lillo, che dopo ben sei (6) mandati all'ARS correrà la prossima primavera per il Senato, giusto per non farsi mancare la poltrona. In provincia di Catania, Concetta Raia già eletta nel 2008, si è presentata nuovamente. In provincia di Messina il PD schiera un tridente già eletto alle scorse regionali: Giuseppe Laccoto, Franco Rinaldi e Filippo Panarello. A Palermo e provincia il PD fà meglio di quello della provincia peloritana e ricandida non tre ma quattro già eletti nel 2008: in campo Giuseppe Lupo, Antonello Cracolici, Pino Apprendi e Davide Faraone. Passando alla zona dell'ibleo, Roberto Ammatuna e Giuseppe Digiacomo, già eletti, si ricandidano per un posto all'ARS. Spostandosi a Siracusa si ricandida, dopo aver già seduto a Palazzo dei Normanni, Bruno Marziano. Infine a Trapani altra coppia di “eletti & ricandidati”: si tratta di Baldassarre Gucciardi e Camillo Oddo.
Per quel che riguarda lo schieramento di centro-destra non possiamo certo strofinarci gli occhi per le sorprese proposte dalle liste. Il PDL schiera personaggi già presentati ed eletti alle scorse elezioni come Antonino Bosco in provincia di Agrigento e Raimondo Torregrossa in provincia di Caltanissetta oltre a Salvatore Domenico Pogliese, Antonino D'Asero e Giuseppe Limoli, tutti e tre eletti nel 2008 a Catania e provincia. In provincia di Enna Edoardo Leanza si ricandida nella lista “Musumeci presidente” dopo aver passato gli ultimi quattro anni a palazzo dei Normanni tra le fila del PDL. In provincia di Messina, Giuseppe Buzzanca e Santi Formica ritentano la scalata al Parlamento Regionale Siciliano per il partito di Berlusconi mentre nella lista “Musumeci presidente” troviamo nuovamente Carmelo Currenti. Nella provincia palermitana per il PDL altro tridente d'attacco con Francesco Cascio, Salvino Caputo e Francesco Scoma tutti e tre già eletti nel 2008. In provincia di Siracusa ci riprova Vincenzo Vinciullo, con i suoi 11.365 voti del 2008, mentre a Trapani, l'onorevole uscente Paolo Ruggirello si ricandida nella lista “Musumeci presidente”.
In merito alla coalizione che sostiene Gianfranco Miccichè, nonostante quest'ultimo si sia ostinato ad affermare che il Partito dei siciliani – Mpa non abbia nulla a che fare con il partito fondato da Raffaele Lombardo, le evidenze dicono altro. Anche in questo caso si sono verificate diverse migrazioni dall'MPA “duro e puro” alla “nuova” creatura politica. Tra questi vi sono Giovanni Di Mauro e Patrizia Marino nella provincia di Agrigento, entrambi eletti nel 2008, Giuseppe Federico detto Pino, anch'egli eletto in provincia di Caltanissetta. Giuseppe Arena, Francesco Calanducci, Nicola D'Agostino, Margherita Ferro, Fabio Mancuso e Vincenzo Oliva in provincia di Catania. In provincia di Messina Marcello Bartolotta, ex MPA, è passato con il partito dei siciliani e lo stesso ha fatto a Trapani Francesco Regina, che nel 2008 sosteneva la candidatura di Lombardo, nell'UDC. Altre migrazioni hanno portato Rossana Interlandi dall'MPA a Futuro e Libertà in provincia di Caltanissetta, e in provincia di Palermo Sandro Oliveri ha compiuto il medesimo percorso della collega.
Una nota a parte meritano Movimento dei Forconi e Rivoluzione siciliana. Nota a parte non perchè abbiano particolari meriti, tutt'altro. Confrontando le liste del 2008 e quelle del 2012 risulta come questi due soggetti politici abbiano inglobato persone che quattro anni fa erano candidate con  Forza Nuova. Per il movimento di Mariano Ferro, l'ex candidato di Forza Nuova è Vincenzo Pagano. Per il simbolo Rivoluzione siciliana gli ex forzanovisti sono Giuseppe Bonanno Conti, Giuseppe Provenzale, Letizia Badalamenti e Rosaria Cicero.
La situazione che emerge non è certamente rivoluzionaria e neanche confortante, se pensiamo al tentativo di infiltrazione neofascista in movimenti spacciati come partiti dal basso. Passando dai nomi e cognomi ai numeri il quadro risulta più chiaro: dei 90 onorevoli uscenti ben 75 si sono ricandidati per le elezioni di ottobre. Sarebbe meglio che i grillini rivedessero il loro slogan: non possiamo dire che i partiti siano tutti uguali. PD, PDL, UDC e FLI non hanno minimamente dimostrato di voler rompere con il passato, presentando le stesse persone che hanno appoggiato il governo Lombardo, fino alle sue dimissioni.
Se veramente si vuole mettere fine alla politica clientelare fatta di favori ricambiati vicendevolmente e di nomine preconfezionate, bisogna avere fiducia in chi decide di candidare alla presidenza della regione chi è stato a fianco degli operai durante le occupazioni a Termini Imerese. Bisogna confidare in chi, pur sapendo di rischiare, ha deciso di mantenere l'identità di sinistra, senza scendere a compromessi con persone che all'occorrenza saltano il fosso. Perchè le rivoluzioni non si fanno con gli stessi soggetti che hanno permesso abusi nei confronti della Sicilia. Le rivoluzioni si fanno sostenendo una possibilità di discontinuità e di cambiamento concreto  rispetto alla melma  in cui ci siamo ritrovati fino ad oggi.

                                                                                                           

3 commenti:

Maurizio Salamone ha detto...

Cito: "Di fatto nessuno è mai arrivato (tranne Miccichè) a sedere su uno scranno di palazzo dei Normanni".
Se si riferisce a Calogero Miccichè, candidato oggi con Sel/Verdi/Fed. della Sin., non mi pare sia stato eletto nella scorsa tornata elettorale regionale. La invito a rettificare. Grazie.

Gaetano "Gato" Alessi ha detto...

Gentilissimo, Lillo Miccichè è stato eletto nella tornata 2001/2006. Infatti si parla di "sedersi su uno scranno" non limitatamente alla scorsa legislatura.

Buona giornata.

Gaetano Alessi

Unknown ha detto...

più che identità dei partiti mi sembra che non ci sia identità di democrazia. Più che nei soggetti che si ricandidano sono deluso dalla gente comune (giovani, anziani, laureati e non, uomini e donne, ecc...) che del cambiamento ha paura e si accontenta di subire ancora una volta di essere governati da persona che hanno come obbiettivo l'arricchimento personale...

Salvatore Lattuca