di Stefano Corradino
L’ultima volta che ho incontrato Laura Boldrini aveva un braccio che
le stringeva il collo e un fucile puntato alle tempie. La neo presidente
della Camera presiedeva una conferenza stampa a Roma dell’Unhcr, l’Alto
Commissariato Onu per i Rifugiati, per presentare la campagna “Routine
is fantastic”. All’improvviso un gruppo di militari armati e
incappucciati irrompe nella sala dell’Auditorium. Puntano le armi alla
testa dei giornalisti delle prime file. Afferrano per la gola Laura
Boldrini e urlano frasi minacciose. Poi ci trascinano tutti nel retro
della sala calpestando i documenti di identità e strattonando i
presenti.
Ovviamente è una simulazione (anche se tutto sembrava molto
reale). ”Abbiamo voluto riproporre quei momenti per far capire ai
giornalisti in sala cosa significa essere rifugiato – ha spiegato Laura
Boldrini quando siamo rientrati in sala – questa non è fiction, ma è una
simulazione di ciò che queste persone hanno veramente subito: è una
riproduzione fedele della realtà. Abbiamo visto cosa significa essere
giornalisti in un paese in cui non c’è libertà di espressione’”.
Per la libertà di informazione Laura Boldrini ha avuto da sempre
un’attenzione e una sensibilità spiccata. “I media italiani – affermava
in una intervista non recentissima ma
molto attuale – stanno riproducendo da anni lo stesso stereotipo
sull’immigrazione, senza riflettere sul fatto che l’immigrazione è un
fenomeno in costante e rapida evoluzione. Ma i media italiani non sono
andati oltre l’antico cliché, non hanno aggiornato il loro modo di
parlare di questo fenomeno, non lo hanno messo in discussione né in
termini di linguaggio (che è sempre povero, riduttivo, sminuente) né in
termini di contenuti. Si parla di immigrazione quasi esclusivamente in
relazione ai fatti di cronaca nera, giudiziaria e di sbarchi. Su un
campione di 6.580 servizi televisivi, presi in esame dalla Facoltà di
Scienze della Comunicazione dell’Università di Roma, solo 26 hanno
parlato di immigrazione senza collegarla al tema della sicurezza”.
Qualche settimana fa alla vigilia delle elezioni Laura Boldrini ha sottoscritto la dichiarazione di impegno comune di
Articolo21 rivolta ai candidati alle elezioni contro ogni conflitto di
interessi e per riportare l’Italia in Europa anche nel settore dei
media. L’elezione a presidente della Camera di una donna che ha sempre
avuto a cuore la Costituzione, i diritti umani e la libertà di
espressione è un ottimo auspicio.
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