Esiste una parte di questo paese che da alcuni anni si sente fuori luogo. Uno spezzone di società che con lo scorrere del tempo non si è fatto corrompere dal Craxismo rampante, dal berlusconismo becero, dal Veltronismo buonista e da tutti i populismi che da trent'anni ad ondate violentano il nostro paese. Tre decenni in cui tutti i valori fondanti del nostro paese sono stati messi in discussione, dove la coesione civile, il senso stesso di essere “comunità” è stato visto come un offesa al “NUOVO”, dando quella netta sensazione che il mondo stesse cambiando e cambiasse sempre in peggio. Le donne da madri della “Costituzione” sono diventate soprammobili istituzionali, gli anziani buoni solo per essere rottamati, il futuro dei giovani merce di scambio con i mercati internazionali. Eppure questa parte della società ha resistito, spesso cercando di coniugare la forza della ragione con il coraggio dell'utopia, è stata pian piano esclusa dai partiti e si è rifugiata nei movimenti, nelle associazioni, nel giornalismo di base e spesso è diventata motore dell'antimafia sociale. Eppure questo frammento sfilacciato di idee e passioni comuni è riuscito col tempo a seminare fiori nel deserto, ha trovato il coraggio di continuare a porre il tema del “bene comune” come antidoto alle barbarie. Una parte della società italiana che non è stata in grado di incanalare la richiesta di ribellione che monta nel paese in un vasto percorso democratico, ma è riuscita a mantenere saldo il senso delle istituzioni e soprattutto a dimostrare che “non siamo tutti uguali”.
L'elezione, e soprattutto gli interventi, di Grasso e Boldrini come presidenti di Senato e Camera, dimostrano che quel frammento di società ha fatto bene a non arrendersi negli anni. Vedere che al posto dell'uomo che da il suo nome ad una delle leggi più selvaggie di questo paese come la Bossi/Fini, siede la “sorella degli ultimi” Laura Boldrini e che, a succedere a Renato Schifani, avvocato tra gli altri di Giovanni Costa, mafioso con otto beni confiscati solo a Bologna, si sieda Pietro Grasso, da il senso di tanti lustri di lotta e speranza.
L'intervento di Laura Boldrini ha in venti minuti cancellato venti anni di berlusconismo. I poveri, le donne, l'antifascismo, la solidarietà, enunciati come valori fondamentali della politica e delle istituzioni.
Pietro Grasso ha invece lanciato una sfida a quell'intreccio che lega in questo paese economia, politica, mafie e giornalismo corrotto. Una sfida che a molti è sfuggita ma che Grasso ha affidato alle parole di Rosaria Costa, moglie di Vito Schifani, poliziotto ucciso nella strage di Capaci: “Rivolgendomi agli uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non), ma certamente non cristiani, sappiate che anche per voi c'è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare...Ma loro non cambiano... [...] ...loro non vogliono cambiare... “. Una sfida quella del nuovo Presidente del Senato che vale un'intera vita e che da un senso a tutti quegli uomini e quelle donne che in questo paese si battono dentro e fuori dalle istituzioni contro la criminalità organizzata.
Boldrini e Grasso come un fresco profumo di libertà in un paese che aveva bisogno di essere rappresentato da gente perbene.
Senza dimenticare che qualcuno li ha prima candidati e poi eletti ed anche in questo sta la differenza che ci porta a dire che no, non sono tutti uguali.
Nessun commento:
Posta un commento