lunedì 11 novembre 2013

"Le Eredità di Vittoria Giunti" diventa uno spettacolo teatrale.


Vi è mai capitato di cercare di chiudere un capitolo della vostra vita e non riuscirvi?
A me spesso e alla fine mi sono rassegnato all’idea di lasciare che le cose vadano come devono andare.
Questa premessa per dirvi che le “Eredità di Vittoria Giunti” diventa uno spettacolo teatrale.
Ancora? Ebbene si.
Una storia semplice, nata per mantenere una promessa e che è cresciuta a dismisura.
Sei edizioni del libro, cinquemila copie distribuite (una mostruosità per un volume indipendente), settanta presentazioni in giro per l’Italia (Sicilia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Veneto, Piemonte, Trentino) e soprattutto una tournee infinita lunga quattro anni e ancora non chiusa.
Da Raffadali (Ag) a Verrucchio (Rn) con in mezzo una marea di volti, piazze, sale, strette di mano e abbracci.
Vittoria Giunti che da ricordo individuale di una parte di Raffadali diventa patrimonio collettivo.
Nell’arco di questi quarantotto mesi le vengono dedicate sedi di Partito, Pd a Santa Elisabetta (Ag) e SeL a Lastra a Signa (Fi), diventa argomento di tesi di laurea e tesine di maturità, viene raccontata su decine di giornali e siti.
Una storia di frontiera che fuori dai canali della diffusione “ufficiale” trova una rete militante pronta a ridare vita e voce ad una “Rivoluzionaria gentile” capace di unire il variegato mondo che va dai centri sociali, agli scout, all’Anpi a tutto l’arco della Sinistra, dal Pd a SeL a Rifondazione e Comunisti Italiani.
Un piccolo miracolo che più di una volta ho deciso di rimettere nel cassetto salvo poi ricevere l’ennesima chiamata e ripartire zaino in spalla.
Perché è un atto d’amore e all’amore non è mai giusto dire di no.
Si continua quindi e si parte: a Sedriano (Mi) primo comune della Lombardia sciolto per mafia, e quindi a Pesaro e poi a Carpi.
Poi si vedrà, certo sarebbe bello riuscire a regalare a Vittoria l’onore che merita a casa sua, in quella Raffadali da cui tutto è partito e che lei tanto ha amato.
Ma non dispero, intanto il 20 novembre Firenze, la città in cui è nata, le dedicherà una serata nella più importante delle sue sedi istituzionali, quel Palazzo Vecchio che Vittoria descrive nei sui racconti come un luogo di naturale matrice “antifascista”.
Si vada avanti dunque alla ricerca di nuovi amici e compagni ed il tempo ci dirà quando sarà il momento di scrivere la parola fine.
Intanto il 5 dicembre alle ore 21 a Bologna Teatro 1763 Villa Aldrovandi/ Mazzacorati (via Toscana 19) nell'ambito della rassegna “La parola alle donne” mettevi comodi, spegnete i cellulari e state in silenzio, Le Eredità di Vittoria Giunti va in scena. 

Per leggere il libro o per organizzare una presentazione
adest1@libero.it

Nessun commento: