Vi è mai capitato di
cercare di chiudere un capitolo della vostra vita e non riuscirvi?
A me spesso e alla fine
mi sono rassegnato all’idea di lasciare che le cose vadano come
devono andare.
Questa premessa per dirvi
che le “Eredità di Vittoria Giunti” diventa uno spettacolo
teatrale.
Ancora? Ebbene si.
Una storia semplice, nata
per mantenere una promessa e che è cresciuta a dismisura.
Sei edizioni del libro,
cinquemila copie distribuite (una mostruosità per un volume
indipendente), settanta presentazioni in giro per l’Italia
(Sicilia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Veneto, Piemonte,
Trentino) e soprattutto una tournee infinita lunga quattro anni e
ancora non chiusa.
Da Raffadali (Ag) a
Verrucchio (Rn) con in mezzo una marea di volti, piazze, sale,
strette di mano e abbracci.
Vittoria Giunti che da
ricordo individuale di una parte di Raffadali diventa patrimonio
collettivo.
Nell’arco di questi
quarantotto mesi le vengono dedicate sedi di Partito, Pd a Santa
Elisabetta (Ag) e SeL a Lastra a Signa (Fi), diventa argomento di
tesi di laurea e tesine di maturità, viene raccontata su decine di
giornali e siti.
Una storia di frontiera
che fuori dai canali della diffusione “ufficiale” trova una rete
militante pronta a ridare vita e voce ad una “Rivoluzionaria
gentile” capace di unire il variegato mondo che va dai centri
sociali, agli scout, all’Anpi a tutto l’arco della Sinistra, dal
Pd a SeL a Rifondazione e Comunisti Italiani.
Un piccolo miracolo che
più di una volta ho deciso di rimettere nel cassetto salvo poi
ricevere l’ennesima chiamata e ripartire zaino in spalla.
Perché è un atto
d’amore e all’amore non è mai giusto dire di no.
Si continua quindi e si
parte: a Sedriano (Mi) primo comune della Lombardia sciolto per
mafia, e quindi a Pesaro e poi a Carpi.
Poi si vedrà, certo
sarebbe bello riuscire a regalare a Vittoria l’onore che merita a
casa sua, in quella Raffadali da cui tutto è partito e che lei tanto
ha amato.
Ma non dispero, intanto
il 20 novembre Firenze, la città in cui è nata, le dedicherà una
serata nella più importante delle sue sedi istituzionali, quel
Palazzo Vecchio che Vittoria descrive nei sui racconti come un luogo
di naturale matrice “antifascista”.
Si vada avanti dunque
alla ricerca di nuovi amici e compagni ed il tempo ci dirà quando
sarà il momento di scrivere la parola fine.
Intanto il 5 dicembre
alle ore 21 a Bologna Teatro 1763 Villa Aldrovandi/ Mazzacorati (via
Toscana 19) nell'ambito della rassegna “La parola alle donne”
mettevi comodi, spegnete i cellulari e state in silenzio, Le Eredità
di Vittoria Giunti va in scena.
Per leggere il libro o per organizzare una presentazione
adest1@libero.it
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