sabato 26 aprile 2008

ALCUNE RIFLESSIONI SUL DOPO VOTO

Mimmo Ferraro*

Metabolizzata la sconfitta di dimensioni imprevedibili qua in Sicilia, penso che bisogna ripartire per finire l'opera di costruzione del nostro partito in Sicilia ed ad Agrigento.

Non sono tra quelli che pensa che ci siano responsabilità personali specifiche dei vertici del partito in Sicilia, però è anche vero che un cambio di marcia è assolutamente necessario e se la squadra sarà nuova non è un'idea del tutto peregrina. Ripeto non per responsabilità specifiche, ma per dare un segno all'esterno, a quell'elettorato portatore delle più diverse istanze che il Pd non è stato in grado di intercettare.

L'altra sera ho ascoltato con grande interesse quello che il sindaco Cacciari diceva a "otto e mezzo" e che, vale a dire, è opportuno che i partiti, si organizzino federalmente date le diverse peculiarità tra le varie realtà del nostro paese: penso che sia una strada praticabile e che soprattutto da una lettura più appropriata dei mutamenti del paese nelle varie realtà territoriali.

Naturalmente le spaventose dimensioni della nostra sconfitta qua in Sicilia, merita un maggiore approfondimento delle analisi. Penso che il potere clientelare dei partiti di governo ormai è diventato un sistema quasi perfetto. Non sentono alcun bisogno, fatti salvi i consueti proclami in campagna elettorale, di liberare i siciliani dal bisogno, quindi il sistema si nutre e prospera su questo. Ora se il nostro partito, partendo da questa peculiarità tutta siciliana, non si attrezza con nuovi strumenti, accorciare le distanze con lo schieramento avversario sarà davvero arduo. Io penso che per prima cosa bisogna che questo partito si liberi del passato. Continuare a preservare le componenti che hanno generato il Pd, non è più salutare. Beninteso, non ho alcun pregiudizio né con i Ds né con la Margherita, ma se non ragioniamo in termini nuovi, in una visione diversa persino della politica e non solo delle forme di mediazione con le istituzioni, quali sono i partiti, non s’inizierà nessun percorso innovativo. Io non ho certezze su come va organizzato il partito, però so che un dibattito più serrato può far nascere le soluzioni che sicuramente ci sono. Come costituente regionale del nostro partito, ho partecipato alle riunioni del Pd nella nostra provincia per la formazione della lista. Sopratutto i Ds hanno continuato a ragionare come se il Pd fosse la continuazione della loro esperienza. Difatti il "conflitto" fra le due anime dei vecchi Ds si è trasferito per intero nel nuovo partito, finendo con il danneggiare la composizione della lista stessa. Nonostante tutto, però, per una legge elettorale regionale sin troppo generosa con la minoranza, la nostra provincia con un numero inferiore di voti, rispetto al 2006 ha confermato tre deputati regionali (pare quasi certo). Non entro nel merito del valore delle persone. Mi auguro, però, che il gruppo parlamentare sia coeso e faccia opposizione seria puntuale senza alcun compromesso: i vertici ed il partito tutto devono pretenderlo e soprattutto vigilare sull’attività parlamentare dei nostri deputati all’ARS.

Il Pd è altro rispetto al passato ed un rigore morale non può che giovare all'immagine che l'elettorato si aspetta da un soggetto politico nuovo qual è il nostro. Perseguire questi obbiettivi, mi sembra il minimo. Certe "impresentabilità" del passato in seno ai Ds ed alla Margherita non potevano essere risolte nei vecchi soggetti, ma il Pd deve fare pulizia di certi appesantimenti. Vero che anche nel Pd ci sono pacchetti di voti che provengono da stagioni passate, ed i voti fanno sempre comodo, non olent. Ma la somma algebrica tra quello che si perde e quello che si guadagna in immagine ed in credibilità ritengo che possa valere la pena di perseguire la strada del rinnovamento e della “pulizia”.


* costituente reg. P.d.

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