domenica 7 settembre 2008

Ciclo: L'Analisi - Fabio Izzo per Ad Est

What Women vote

Fabio Izzo

Democratici o Repubblicani, Obama contro McCain.

Si avvicina il momento della verità per gli Stati Uniti, paese della politica spettacolo dove i fuochi d’artificio sono soliti accompagnare slogan ad effetto.

Questa volta la parola chiave della campagna elettorale è stata CHANGE: cambiamento.

Per i Democratici il cambiamento è cominciato già nelle primarie quando Hillary Clinton e Barack Obama si sono scontrati fino all’ultimo.

Una donna e un uomo di colore hanno corso “liberal” verso la Casa Bianca.

A spuntarla è stato Obama mentre Hillary è stata messa da parte, nessuna candidatura a vice e voto delle donne in discussione.

Già, perché il repubblicano McCain non è rimasto certo a guardare e ha chiamato in aiuto Sarah Palin, governatrice dell’Alaska per accaparrarsi i voti femminili dispersi tra i Democratici.

E se Obama oltre a CHANGE invoca anche l’unità con quel suo Unite (termine tornato alla ribalta nella vita a stelle e strisce dopo i fatti del nine eleven e il successivo motto“United We stand”).

Ma sarà il voto al femminile il vero ago della bilancia di questa corsa presidenziale.

In una nazione dove il voto femminile è stato sancito nel 1920 quando anche l’ultimo degli stati dell’unione, il Tennesse, sottoscrisse il 19 emendamento eliminando ogni discriminazione sessuale dal diritto di voto.

In un paese declinato al femminile per il 50,7% , secondo il censimento governativo del 2006, mentre si mostra più ampia la forchetta nella la divisione tra bianchi (80,1%) e neri (12,8%).

E visto il grande attacco portato da McCain un altro dato indicativo è dato dalla proprietà delle piccole e medie aziende, dati forniti sempre dal censimento governativo del 2006, possedute per il 5,2 totale da persone di colore contro il 28,2 di aziende gestite al femminile.

Una corsa che ci è stata presenta in black and white mentre in realtà era un he and she.

Cosa che in realtà è stata nota dallo staff elettorale Repubblicano e il candidato John “Die Harder” McCain ha subito mosso la sua regina bianca in questa grande partita a schacci democratica.


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