Sono da poco passati venticinque anni dalla morte di Enrico Berlinguer e la questione morale, che è stata sempre al centro della sua iniziativa politica, è più che mai attuale e vitale.
Quando negli ultimi mesi, mio malgrado, mi sono imbattuto nel gossip che ha assunto un’altissima valenza e caratura politica, la mia memoria è andata, quasi in modo naturale ed istintivo, verso quell’uomo riservato e schivo, timido ed impacciato, introverso e pudico e mi sono chiesto:cosa avrebbe risposto il grande segretario del PCI ad un’eventuale domanda sui fatti di questi ultimi mesi.
Per fortuna ad Enrico Berlinguer nessuno ha posto questa domanda, una domanda alla quale, molto probabilmente, non avrebbe saputo, né voluto rispondere.
Buon per lui, a noi, invece, ci tocca vivere questi tempi di degrado morale, di assoluta scomparsa di qualsiasi valore etico, di totale assenza di riferimenti civili e morali.
Ogni volta che pensiamo di avere toccato il fondo ecco che sullo sfondo compare qualcuno intento a scavare ancora più in profondità, verso un fondo più profondo e del quale non si intravede la fine.
Da anni, troppi anni ormai, seguo le vicende delle pubbliche istituzioni ed ho potuto constatare come sia difficile e complicata la vita di chi non vuole e non sa rinunciare al pirandelliano piacere ….dell’onesta!
Pensavo in questi giorni che vivere onestamente in Italia è come viaggiare contromano in autostrada da Aosta ad Agrigento e pretendere di rimanere illesi!
E riandando indietro con la memoria mi è sembrato di poter cogliere una notevole differenza tra l’epoca democristiana e quella attuale.
Durante la prima gli onesti e coloro che avevano a cuore il rispetto delle regole venivano magari emarginati ma veniva loro riconosciuto il diritto di esistere.
Nell’epoca attuale, invece, per coloro che pretendono il rispetto delle regole e per gli onesti non c’è posto, non c’è diritto di cittadinanza; c’è, anzi, la tendenza chiara e netta ad espellerli dal sistema.
Si è passati, insomma, dalla padella alla brace!
Io credo che l’onestà, il rispetto delle regole e della verità sono l’abc di ogni vivere democratico e di ogni convivenza civile e di ciò doveva essere ben conscio Enrico Berlinguer dato che aveva posto la questione morale al centro della sua strategia politica.
E non è un caso che quella politica sia stata energicamente avversata non solo dai suoi avversari politici.
Se l’avversione di quella politica era grave quando Berlinguer era ancora in vita, ancora più grave è, dopo la sua morte, l’oblio sotto il quale è stato sepolto il ricordo di quel leader e della sua politica anche da parte di quelle forze politiche che, per storia ed appartenenza, avrebbero avuto il dovere di dare continuità alla politica ed alle idee di quel grande leader!
Quando negli ultimi mesi, mio malgrado, mi sono imbattuto nel gossip che ha assunto un’altissima valenza e caratura politica, la mia memoria è andata, quasi in modo naturale ed istintivo, verso quell’uomo riservato e schivo, timido ed impacciato, introverso e pudico e mi sono chiesto:cosa avrebbe risposto il grande segretario del PCI ad un’eventuale domanda sui fatti di questi ultimi mesi.
Per fortuna ad Enrico Berlinguer nessuno ha posto questa domanda, una domanda alla quale, molto probabilmente, non avrebbe saputo, né voluto rispondere.
Buon per lui, a noi, invece, ci tocca vivere questi tempi di degrado morale, di assoluta scomparsa di qualsiasi valore etico, di totale assenza di riferimenti civili e morali.
Ogni volta che pensiamo di avere toccato il fondo ecco che sullo sfondo compare qualcuno intento a scavare ancora più in profondità, verso un fondo più profondo e del quale non si intravede la fine.
Da anni, troppi anni ormai, seguo le vicende delle pubbliche istituzioni ed ho potuto constatare come sia difficile e complicata la vita di chi non vuole e non sa rinunciare al pirandelliano piacere ….dell’onesta!
Pensavo in questi giorni che vivere onestamente in Italia è come viaggiare contromano in autostrada da Aosta ad Agrigento e pretendere di rimanere illesi!
E riandando indietro con la memoria mi è sembrato di poter cogliere una notevole differenza tra l’epoca democristiana e quella attuale.
Durante la prima gli onesti e coloro che avevano a cuore il rispetto delle regole venivano magari emarginati ma veniva loro riconosciuto il diritto di esistere.
Nell’epoca attuale, invece, per coloro che pretendono il rispetto delle regole e per gli onesti non c’è posto, non c’è diritto di cittadinanza; c’è, anzi, la tendenza chiara e netta ad espellerli dal sistema.
Si è passati, insomma, dalla padella alla brace!
Io credo che l’onestà, il rispetto delle regole e della verità sono l’abc di ogni vivere democratico e di ogni convivenza civile e di ciò doveva essere ben conscio Enrico Berlinguer dato che aveva posto la questione morale al centro della sua strategia politica.
E non è un caso che quella politica sia stata energicamente avversata non solo dai suoi avversari politici.
Se l’avversione di quella politica era grave quando Berlinguer era ancora in vita, ancora più grave è, dopo la sua morte, l’oblio sotto il quale è stato sepolto il ricordo di quel leader e della sua politica anche da parte di quelle forze politiche che, per storia ed appartenenza, avrebbero avuto il dovere di dare continuità alla politica ed alle idee di quel grande leader!
1 commento:
Il problema non è la morale, è la stessa natura dell'uomo.
Svuotato delle sue passioni e lontano anni luce dal contatto con la natura e con il mondo.
Si raccoglie solo quello che si semina.
Alex
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