Io non c’ero. Lo confesso senza un filo di vergogna, non sono andato alla megamanifestazione indetta dal presidente della provincia di Agrigento per sostenere il mitologico aeroporto di Licata. Non ci sono andato perché mi sembra una presa per il culo una manifestazione indetta da un presidente di destra, in una regione di destra, in una nazione governata dalla destra. Hanno tutte le leve del potere? Se davvero lo vogliono, lo costruiscano questo aeroporto! Se non lo costruiscono significa che non riescono a farlo, quindi, manifestando, non fanno altro che rendere manifesta la loro incapacità. Non ci sono andato perché, contrariamente a quello che pensa il ministro Brunetta, sono rimasto a scuola a lavorare, mentre tutti i politici che dovrebbero lavorare per il loro aeroporto erano a passeggiare al viale. Mentre i ragazzi delle scuole sono stati invitati dai politici a disertare le lezioni per “fare numero”, da utili idioti, alla loro manifestazione.Ma non ci sono andato soprattutto perché lo ritengo una colossale idiozia. Un aeroporto che servirebbe un bacino di utenza corrispondente a circa metà della provincia di Agrigento e un quarto di quella di Caltanissetta. Chissà, per esempio, se gli abitanti del saccense preferiranno due ore di scomoda e pericolosa statale per andare a Licata o un’ora di autostrada per arrivare a Punta Raisi… Un aeroporto che, se anche fosse costruito, farebbe decollare un paio di aerei di linea al giorno, forse. Un aeroporto che costerebbe un pozzo di denaro pubblico, che richiederebbe continui finanziamenti pubblici alle compagnie aeree per farle rimanere nonostante l’evidente antieconomicità. Un aeroporto che, nonostante le balle raccontate, non rilancerebbe il turismo di una provincia senza alberghi in grado di accogliere un turismo residente, con un mare devastato da villette private e privo di strutture di accoglienza, con una valle dei templi che da sola non può tappare tutti i buchi, visto che il turismo “mordi e fuggi” proveniente da Palermo, Catania o Siracusa, riesce benissimo a fruirne senza doversi fermare a dormire. Un aeroporto che nascerebbe già moribondo e che non salverebbe dall’isolamento la provincia. Per questo servirebbero piuttosto delle strade comode, sicure, razionali, tali da collegare la provincia alle grandi città dell’isola in tempi ragionevoli e senza rischiare la vita. Ma se si parla di strade i politici sbuffano. L’aeroporto è un bel sogno da sventolare per illudere i fessi, le strade sarebbero un loro ovvio dovere e il fatto che le strade non ci siano dimostra quanto sia imbelle la classe politica agrigentina, a tutti i livelli. Allora, a chi serve l’aeroporto? Chi ci guadagnerebbe? A vedere lo stuolo di famelici politici con l’acquolina in bocca che hanno animato la manifestazione, un piccolo sospetto mi sorge!
1 commento:
Concordo con Alessandro. Gli stessi argomenti avevo usato parecchi mesi fa, aggiungendo i pareri di antieconomicità espressi dall'ENAC.
Ciò che mi ha colpito in questti giorni di battage pubblicitario di regime a favore dell'aeroporto è stata l'insipienza e l'approssiamzione del presidente della provincia. In una delle tante interviste televisive rilascite per l'occasione ha dichiarato che lo stato non può non essere a favore dell'aeroporto perché ad esso non costa niente. Poi ha aggiunto che la regione Sicilia ha messo a disposizione 30 milioni di euro
( evidentemente come antipasto).
Ma la regione è un privato o un ente pubblico i cui soldi sono frutto delle impotste che pagano i cittadini?
Punto due. Dice sempre lo stratega della provincia."Se non si fa l'aeroporto ora che abbiamo tre assessori regionali della provincia di Agrigent non si fa più". Come se le opere si dovessero fare per la grazia dei politici e non perchè sono realmente utili alla collettività. Ma che logica dissennata alligna in certi cervelli? E poi. In passato abbiamo avuto il privilegio di avere addirittura il presidente della regione ed almeno un assessore, Lo Giudice. Sappiamo tutti quanto amore hanno profuso per il bene....proprio.
Punto tre. Dice sempre il grande capo. "Da un'indagine risulta che nel 2008 450.000 cittadini della provincia hanno preso l'aereo. Di questi l'80% ha vuto come destinazione Roma". A parte l'attendibilità del dato, lui mette nel conto gli oltre 100 mila cittadini del comprensorio Sciacca-Ribera e gli altri della zona montana che non andrebbero a Licata neanche se legati alla coda dei cavalli, visto che hanno Punta Raisi a portata di schioppo?
Punto quattro. In un recente incontro alla provincia tra una delegazione di agricoltori e l'assessore al ramo, Cantone, questo lamentava che il bilancio provinciale per l'agricoltura era di "14 volte inferiore a quello di 15 anni fa".
Allora, presidente, invece di fare l'aeroporticchio per consentire ai quatrro politici locali di andare e venire da Roma, come fa il ministro Scaiola che mantiene in vita e in perdita costante l'aeroporto di Albenga per i suoi viaggi da e per Roma, pensi al territorio della provincia e agli agricoltori che sono alla disperazione e sull'orlo del fallimento collettivo.
Non li costringa- con la complicità delle scelte politiche operate dai suoi referenti europei, nazionali e regionali- ad abbandonare i terreni con le conseguenti gravi ripercussioni sul piano sociale ed ambientale.
Voli basso e smetta di sognare di costruirsi l'aeroporticchio sotto casa.
(quasi) rispettosamente
vincenzo lombardo
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