sabato 6 marzo 2010

Lettera aperta a Giorgio Napolitano.


"Per più di 60 anni, le regole relative ai meccanismi di presentazione delle liste, non hanno mai dato segni di confusione o dubbi di interpretazione. I partiti, i candidati che ne hanno fatto uso, vi si sono mossi tranquillamente, senza difficoltà, sin dai primi anni quando ancora nel paese l'analfabetismo era elevato. È capzioso pensare quindi che dopo centinaia, se non migliaia di tornate elettorali qualche gruppo dichiari di aver incontrato difficoltà. Poiché ciò è stato denunciato da forze elettoralmente significative, le ricordiamo, che partiti del passato, di analogo peso, di governo o di opposizione, mai hanno, fatto appello a deroghe per chiarimenti. La nostra vibrata protesta intende ricordarLe che le regole, vanno cambiate prima e non in corso d'opera. Già il solo fatto di chiederlo, è un atto di palese arroganza che prevarica i limiti della democrazia e mostra come le istituzioni del Paese si evolvono verso una dittatura.
La sua silente accettazione di quanto è avvenuto La rende complice di un atto di regime tra i più cupi della storia della Repubblica.
Noi non staremo a guardare.Ma oggi è un giorno di lutto per la democrazia."
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1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo e sottoscrivo. Napolitano è stato spesso equiparato a Morfeo da parte di Grillo.Forse sarebbe stato meglio che continuasse a dormire e tacere.
Tutto questo stracciarsi le vesti per la democrazia da parte di tanti suoi affossatori puzza di opportunismo e strumentalismo.
Non è forse una ferita mortale alla democrazia introdurre sbarramenti- in Sicilia, terra notoriamente di democrazia raffinata, addirittura del 5%- nelle competizioni elettorali?
E tutte le liste dei partiti minori escluse dalle elezioni per qualche firma in meno non fanno parte della democrazia?
Avessero almeno il pudore di dire la verità dalle parti del Quirinale: siccome si tratta delle liste del capo del governo è pericoloso creare un conflitto istituzionale.
E' meschino ma è così. La barabarie politica sta portando il paese allo sfacelo. Un piccolo esempio è quanto sta succedendo a ribera (sì, minuscolo)
vincenzo lombardo