martedì 17 agosto 2010

Dal produttore al consumatore..cresce il mercato degli agricoltori

di Vincenzo Lombardo

La fase finale della nascita del mercato degli agricoltori ubicato a Raffadali trova la sua concretizzazione nel comunicato stampa di cui si riporta uno stralcio.
“……….L’Unione dei Comuni “Feudo d’Alì”, costituita dai Comuni di Raffadali, Santa Elisabetta, Sant’Angelo Muxaro e Joppolo Giancaxio, e la Sezione Operativa di Assistenza Tecnica della Regione Siciliana (S.O.A.T.) di Raffadali informano che giorno 11 aprile 2010, alle ore 10,00, inaugureranno presso la Villa Comunale di Raffadali “Giudici Saetta e Livatino” il Mercato degli Agricoltori, che proseguirà ogni domenica dalle ore 8,00 alle ore 14,00………”

I mercati in questione nascono con l’obiettivo primario di accorciare la filiera attraverso cui i prodotti agricoli arrivano al consumatore, saltando tutta una serie di intermediazioni che da un canto costringono i produttori a sottostare alle bizze dei grossisti, i quali spesso “rubano” i prodotti agli agricoltori corrispondendo prezzi d’acquisto irrisori, dall’altro fanno gravare sul prezzo finale i vari passaggi che fanno lievitare il prezzo finale.
Vincolo inderogabile per i produttori è che essi siano accreditati presso una SOAT della regione Sicilia e che i prodotti posti in vendita provengano esclusivamente dal territorio della Sicilia. In linea di massima vengono venduti presso questi mercati specifici prodotti stagionali freschi o trasformati presso le aziende degli stessi produttori. La legge prevede che il 20% della produzione possa essere posta in vendita da artigiani che trasformino i prodotti agricoli.
Il mercato di Raffadali è gestito da un comitato degli agricoltori costituito da 3 rappresentanti delle associazioni professionali che hanno aderito al progetto, cioè CIA, Coldiretti,Confagricoltura, dal Presidente pro tempore del Feudo D’Alì, che presiede il comitato, e dal funzionario Soat. .
Dopo una fase iniziale che ha visto la partecipazione corale di tutti i componenti, da parecchio tempo si registra una defaillance dei rappresentanti delle organizzazioni professionali, ad eccezione della CIA.
La filosofia del mercato domenicale non è ancora entrata pienamente nella mentalità corrente dei consumatori locali, sebbene negli ultimi tempi si cominci a registrare una presenza diversificata rispetto ai clienti abituali. Non bisogna tacere, d’altronde, che ci sono tentativi piuttosto miopi da parte di settori della pubblica amministrazione di ostacolare la vita di questa importante innovazione che mira a modificare le abitudini dei consumatori, così come avviene ormai in tante parti d’Italia.
A fronte di 250.000 aziende agricole che hanno chiuso l’attività nel 2009 e del rischio di altre chiusure nel 2010, ci si aspetterebbe che una pubblica amministrazione responsabile e consapevole aiutasse gli operatori agricoli affinché essi non abbandonino ulteriori migliaia di ettari di territorio, che diventerebbero preda degli incendi e favorirebbero la desertificazione in atto. Al di là di un calcolo economico meramente congiunturale bisognerebbe avere la capacità di intendere che il ruolo dell’agricoltore non è solo quello dell’imprenditore ma, elemento fondamentale nell’equilibrio uomo-natura, di custode dell’ambiente, svolgendo con ciò una funzione sociale “pubblica”, difficilmente quantificabile in termini monetari.
L’auspicio è che governanti e pubblica opinione prendano sempre più coscienza di tale funzione degli agricoltori, soprattutto delle piccole e piccolissime aziende agricole, e li aiutino, anziché ostacolarle..

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