Caro Peppe
Ci permetterai di scriverti in maniera non burocratica dato che da sempre questo giornale è stato casa tua.
Alcuni mesi fa hai fatto la scelta di diventare assessore della Giunta Cuffaro. Una scelta che non abbiamo condiviso, ma rispettiamo perché amiamo la libertà e pensiamo che tutti debbano “gustarla” nel modo che desiderano.
Pochi giorni dopo il tuo insediamento, e quello degli assessori Tarallo e Vinti, abbiamo avuto in incontro in Municipio nel quale Ad Est, come sempre fatto in passato, metteva a disposizione dell’amministrazione le proprie pagine per aprire un dibattito su temi importanti o più semplicemente portare fuori dalle mura del palazzo di città le notizie.
Da allora, istituzionalmente il silenzio. Nessun comunicato, nessun invito, nessun dibattito. Come se esistesse la paura del confronto, come che senza la garanzia di domande “di comodo” non ci fosse il coraggio di discutere.
Questo ci dispiace, ma con sincerità ce l’ aspettavamo.
Caro Peppe tu hai preso la guida dell’assessorato alle politiche giovanili.
Adesso ti poniamo alcune domande.
Quando finirà l’embargo dell’amministrazione, di cui fai parte, nei confronti della “Consulta Giovanile” rea solamente di non aver un presidente e un direttivo espresso dall’Udc?
Quando questa importantissima struttura verrà messa in condizione di lavorare per ricucire un minimo di tessuto sociale nel nostro paese distrutto da 10 anni di nulla che stanno facendo affogare i nostri ragazzi tra droga, alcool e apatia?
In passato i tentativi di boicottaggio anche da parte dell’ex assessore Di Stefano sono naufragati di fronte alla statura del Presidente Josè Galletto (davvero l’unica persona dotata di senso civico e rispetto istituzionale nel nostro paese) e di fronte a regole sempre approvate nella massima democrazia.
I giovani caro Peppe non sono mercimonio elettorale e la consulta ha il meglio dell’attivismo di Raffadali, se questo poi non coincide elettoralmente con chi guida l’amministrazione dovreste chiedervi il perché e non cercare un eutanasia per paura del dibattito.
E dovreste ringraziare, e lo ripeto, l’alto senso istituzionale del presidente Galletto, perché noi avremmo messo a “ferro e fuoco” il comune.
La scelta sta a te Peppe, riprendere le fila di un discorso superando la stupida protervia e mettendo a disposizione del nostro paese e dei nostri ragazzi una struttura come la consulta, o essere complice di un azione vile e se mi permetti vigliacca di azzeramento delle coscienze.
Caro Peppe languisce da oltre un anno, in barba ad ogni regola statutaria e di morale, nei cassetti del consiglio comunale una mozione per il sostegno ai giovani e agli universitari che abbiamo presentato nell’aprile del 2009 (di cui anche tu sei firmatario) .
Oltre 350 ragazzi del nostro paese chiedevano alla “politica” una risposta su una serie di quesiti, ed un aiuto materiale per alcuni servizi.
La ritrosia da basso impero che ha accompagnato l’iter burocratico della mozione fa capire come dei ragazzi, dei loro bisogni, delle loro rivendicazioni a questa amministrazione, e ai consiglieri comunali di maggioranza, NON IMPORTA NULLA.
Si chiedono alcuni interventi a “costo zero”, come la creazione di un centro d’incontro e di una biblioteca multimediale. In altri casi solo un “indirizzo politico” dell’amministrazione e del consiglio verso la Regione per rendere più vivibile la condizione dei nostri studenti pendolari.
Il silenzio è stata l’unica risposta.
La nostra domanda è: vuoi unirti anche tu a questo silenzio?
Vuoi mortificare i 350 firmatari che hanno dato prova di grande senso civico e, fino ad ora, si sono visti rispondere dall’indifferenza della “politica”?
Vuoi attivarti per fare in modo che questa mozione venga discussa? E che questo avvenga non in un consiglio comunale ordinario, ma in una manifestazione aperta in pubblica piazza. Magari andando a incrociare i giovani in Piazza Progresso.
Creando un evento dove si parli del futuro del nostro paese senza appartenenze e bandiere?
Potremmo caro Peppe continuare a porti quesiti. Ma ci fermiamo a questi due.
Vorremmo delle risposte però, in modo da capire in che modo dobbiamo confrontarci con l’assessorato che guidi. Preferiremmo un confronto dialettico alto che porti benefici alla collettività, ma siamo pronti a difendere in ogni modo la dignità delle nostre azioni (sempre ratificate dall’appoggio popolare) e dei nostri giovani.
Vogliamo risposte e le vogliamo pubbliche. Perché sia tu che noi siamo sempre stati persone trasparenti e con nulla da nascondere.
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