Imbarazzo: Ecco cosa provo leggendo i punti all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale. Imbarazzo per il nulla che avvolge la politica raffadalese.
Un civico consesso inutile, convocato ogni tre mesi solo per ratificare atti dovuti (bilancio, revisori dei conti..ecc ecc...).Non una discussione politica, uno stimolo, una presa di posizione, un atto verso la collettività.
Non vi è traccia della relazione del difensore civico che continuiamo a pagare per non far nulla. Non vi è traccia della relazione del sindaco ormai sempre più a Palermo e meno a Raffadali. Non vi è traccia della petizione popolare presentata da questo giornale è Officina democratica che chiedeva aiuto per i giovani e gli universitari.
Non vi è taccia di nulla. Anzi spunta un regolamento della Biblioteca comunale realizzato senza il coinvolgimento delle forze culturali che animano (spesso di tasca loro) il paese.
Forse il neo (vecchio) assessore Filippo Tarallo ha conservato della sua esperienza di sinistra solo i metodi staliani, e come essi ricascherà nel nulla politico da cui è stato recuperato.
Si leggono di commissioni per tutto: dalla toponomastica ai “personaggi illustri”(dato che l’ultima volta si erano dimenticati qualche condannato per mafia) da mettere sul sito internet, ma l’unica commissione che dovrebbe funzionare, e che è nata da una nostra battaglia, è ferma. Parliamo di quella sulla “salute pubblica”.
Cari amministratori a Raffadali si muore di tumori e malattie in maniera abnorme. Non servono grandi rilevamenti, guardatevi attorno, ogni famiglia si vede portare via da un “carcinoma” un parente, un amico e voi non fate nulla. Pagate un immobilismo assurdo, vergognoso, complice. Noi da dieci anni combattiamo questa battaglia, voi non l’avete mai presa sul serio ( forse solo Nino Casalicchio e Luigi Argento). Come non avete mai preso sul serio il “grido” di dolore dei nostri ragazzi.
Crescono il consumo di alcool e di droghe, mai come in questi ultimi 10 anni. Abbiamo denunciato dalle pagine di questo giornale sin da tre anni fa questo degrado. “Stupefacenti” titolammo. Le uniche risposte: una convocazione (per noi) da parte dei Carabinieri nel 2007 e una serie di ordinanze inutili da parte del Sindaco.
Come se un tessuto sociale sfilacciato si possa combattere con fogli di carta e proibizioni. Servono inclusione, coinvolgimento dei ragazzi, la creazione di centri di socialità, e che fa l’amministrazione? Risponde “boicottando” ripetutamente la Consulta giovanile rea di essere formata da ragazzi che non piegano la testa e non mendicano dalle mani del “padrone”. Incontrollabili perché “liberi” e questa è una grande colpa per i Cuffaro boys.
Che non contenti continuano a rilasciare dichiarazioni imbarazzanti. Come quella sulla Caserma dei Carabinieri. Tutti sanno che chi amministra ha fatto di tutto per far saltare questo progetto per proteggere interessi personali di “amici”. Che solo un intervento in extremis dell’ex Presidente della regione ha fatto in modo che non scattassero indagini. Ora la battuta che si sente per strada è questa “bonu ca apriru a caserma, accussì Totò ava fari picca strata”*. Il problema è ca “picca strata” farà tutta la collettività se continuerà questo modo di (non) amministrare.
Serve un atto di dignità, e gli unici che possono darlo sono i consiglieri comunali. Sappiamo da voci di piazza, da discussioni a quattr’occhi, che anche loro hanno la convinzione che il treno è arrivato al capolinea. A loro chiediamo di staccare la spina di una legislatura morta il giorno dopo le dimissioni di Totò Cuffaro da presidente della regione. Si voti una mozione di sfiducia o si bocci il bilancio e si torni alle urne. Comunque finisca sarà nuovamente in atto una discussione democratica e non più la cieca obbedienza ad un sultanato che in otto anni ha fatto solo del male al paese ed ai raffadalesi ed ha ignorato o spazzato via due generazioni di giovani.
Serve un atto di dignità. Qualcuno sarà capace di farlo?
*riportiamo questa battuta ma non la condividiamo. Cuffaro andava affrontato quando era potente, farlo ora è la riprova di quanto sia caduto in basso il nostro paese.
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