martedì 14 dicembre 2010

Infanzia rubata dai marketing

di Carolina Migliorino
Alzi la mano chi da piccola non ha provato a camminare con le scarpette col tacco della mamma o preso dal beauty case il rossetto rosso? Sono sempre stati dei piccoli “atti di passaggio” comuni a quell’età. Gesti che non erano altro che giochi destinati a finire nell’arco di poco tempo. Oggi qualcosa sta cambiando, sembra di non essere più padroni di noi stessi, succubi dal marketing e dei media che riescono ad attirare l’attenzione dei più grandi, ma soprattutto dei più piccoli. E’ vero che l’ evoluzione dell’ uomo ha portato buoni frutti, ma nello stesso tempo sta calpestando quelli legati principalmente all’infanzia, alla natura della felicità. Una “modernità” che sta stimolando l‘ impulso, spesso senza criterio, al consumo caratterizzato dalla competizione tra amicizie e coetanei. Ma quello che più sconvolge è quel marketing malvagio, con l’unico fine di vendere mi riferisco a quelle marche “monella vagabonda “ o anche altre, che inseriscono delle scritte come “dont’ tuch me“ sui vestiti dei bambini dove tendono a istigarli alla sessualità prima del tempo dovuto. I bambini hanno bisogno di forti legami con i loro genitori, e non di alienarsi in un mondo virtuale e patinato. Devono essere coinvolti in progetti volti al bene comune, progetti che è quasi impossibile attuare in un mondo dominato dal mercato.

“Non insegnate ai bambini ma coltivate voi stessi il cuore e la mente stategli sempre vicini date fiducia all'amore il resto è niente”.

Giro giro tondo cambia il mondo giorgio gaber

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