sabato 14 maggio 2011

Mondo scuola: tra un taglio ed un altro.

di Antonella Argento

Lavoro nel mondo della scuola da ormai più di dieci anni ed ogni volta che viene eletto un nuovo Ministro alla Pubblica Istruzione mi tremano le gambe! Sì, perché, a mio avviso, e con tutto il rispetto per la carica in questione, ritengo che mai uno di loro abbia veramente messo piede all’interno di una classe… Capisco la crisi di governo, capisco che bisogna risparmiare, ma andare a “fare dei tagli” in un settore che prepara i cittadini del nostro domani mi sembra un po’ azzardato (passatemi il termine!). Il mio primo giorno di lavoro l’ho fatto in una classe cosiddetta “a modulo” (con tre docenti, ognuno con un ambito disciplinare ben preciso): io avevo avuto assegnato l’ambito antropologico (CHE CULO!) perché se mi avessero assegnato quello linguistico o quello matematico, addio patria! L’italiano non mi piace e di matematica sono negata: per cui, immaginate che casini avrei combinato? L’anno successivo, fino ad oggi, mi viene assegnata la L2 (per i profani: la lingua straniera) e quale migliore soluzione per una che sta per laurearsi in Lingue? Ah! Sono entrata nel mio habitat naturale e credo, senza falsa modestia, di avere fatto sempre e di continuare a fare il mio lavoro di “maestra di inglese” nel migliore dei modi. Questa breve digressione sulla mia storia personale è dettata dal fatto che sono sempre stata contraria al “maestro unico-tuttologo-tuttofare”: ma non perché ritengo i miei colleghi incapaci di assolvere un tale compito, ma perché, ad oggi, la gamma del sapere e della conoscenza da trasmettere sono diventati di una così vasta entità che non credo sia umanamente possibile racchiudere il tutto nella mente e nella professionalità di un'unica persona. Io stessa, come ho accennato prima, sarei incapace di insegnare italiano e matematica! Quand’ero bambina ricordo che la mia maestra, una delle migliori di quegli anni, era bravissima: mi insegnava a leggere e a scrivere, a contare e anche a disegnare o a fare qualche piccolo lavoretto a maglia (solo il sabato); ma, oggi, io come farei ad insegnare ai miei alunni l’italiano (che non mi piace e non mi sento all’altezza di insegnarlo), la matematica (per cui sono negata e anche per fare 2+2 prendo la calcolatrice), l’informatica (quando so a malapena accendere e spegnere un pc) o la religione (ho già problemi di mio col Padre Eterno)?! Forse, come dice qualcuno, c’è stato un po’ troppo dispendio di risorse, ma neanche è giusto passare da troppo a troppo poco! Non è “in medio che stat virtus”? E che dire poi dei “tagli” agli insegnanti di sostegno? Ma dico: SCHERZIAMO? Ma nei “piani alti” si rendono conto o no di quali esigenze hanno questi bambini? Devono per forza essere “cornuti e mazzìati”? Non basta la situazione già difficile in cui si trovano? Li dobbiamo pure lasciare da soli a “cuocersi nel loro brodo”? Mah! Per fortuna che dalle nostre parti c’è l’Associazione “Nuove Ali” di Agrigento che è riuscita a dare una bella stangata al Ministro, costringendola al reintegro delle ore di sostegno per alcuni bambini, a cui erano state dimezzate, e all’assunzione di nuove figure per quei bambini a cui il sostegno era stato addirittura negato, pur avendone veramente, e sottolineo VERAMENTE, bisogno! Ritengo che, più che nel mondo della scuola, i tagli vadano fatti da qualche altra parte: si risolverebbero molti problemi e si riuscirebbe sicuramente a costruire un mondo migliore in cui gravitano “teste ben fatte e non solamente piene”, come diceva Don Milani.

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