venerdì 6 maggio 2011

Uno scandalo italiano La storia di Cosimo Cristina il primo giornalista “suicidato” da cosa nostra Recital di Luciano Mirone




Mirella Mascellino

per madonielive.com


Nel 1999, la pubblicazione del libro del giornalista Luciano Mirone, Gli insabbiati, Castelvecchi editore dà un grande contributo al recupero della memoria della figura e dell'attività, se pur breve, del giornalista termitano, Cosimo Cristina, ricostruendone la storia. Dal testo nasce il recital Uno scandalo italiano La storia di Cosimo Cristina il primo giornalista “suicidato” da cosa nostra, con musiche originali di Giuseppe De Luca e foto di Francesco Mirone. Nel giorno dell'anniversario del ritrovamento del cadavere del giornalista(era il 5 maggio 1960 in contrada Fossola n.d.r.), ieri, nell'auditorium del Liceo Scientifico Palmeri, a Termini Imerese, la magia e la forza della parola, hanno dato memoria, attraverso un momento di teatro civile, al giovane cronista. La passione civile di Mirone è diventata un tutt'uno con quella di Cristina, la musica e le immagini hanno dato vigore e pathos al racconto della vita e dell'attività di un giovane, come tanti, preso dal fuoco della verità e dell'inchiesta in una Sicilia soffocata dalla mafia. Un racconto sempre attuale non solo per la Sicilia ma per l'Italia intera. Cristina, nato l'11 agosto del 1935, dal 1955 al 1959 collabora con L'ora, il Giorno, l'Agenzia Ansa, il Corriere della Sera, Il Messaggero e il Gazzettino. Nel 1959 fonda, con Giovanni Cappuzzo, critico letterario e suo grande amico, Prospettive Siciliane, dalle cui colonne potrà dire tutto quello che negli altri giornali non gli veniva concesso. Racconta la mafia di Termini e delle Madonie di quegli anni, si occupa dell'omicidio del sindacalista di Sciara Salvatore Carnevale, del sacerdote di Cefalù, Pasquale Culotta, di Agostino Tripi e del processo per l'omicidio Giallombardo. Giovanni Cappuzzo, scomparso qualche anno fa, dirà di Cristina che si era fatto da sé e aveva avuto il coraggio di raccontare fatti della sua terra, considerati per quell'epoca ancora tabù. Erano presenti le associazioni termitane grazie alle quali è stato possibile realizzare il recital, la dottoressa Teresa Di Fresco per l'Ordine dei Giornalisti, la famiglia Cristina, il direttore di Espero, Alfonso Lo Cascio, promotore assieme a Sicilia Antica dell'evento.

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