domenica 31 luglio 2011

Intervista a Josè Galletto - presidente della consulta giovanile


Presidente, perché ha deciso di rilasciare solo ora questa intervista a noi di Ad Est? Perché solo ora? Per la semplice ragione che prima bisognava informare de visu il Consiglio Comunale sulle attività della Consulta Giovanile attraverso la relazione che ho presentato che è stata ampiamente discussa pochi mesi fa (ndr novembre 2010). È la prima volta che rilascio un’intervista nella veste di Presidente della Consulta ed ho voluto ribadire anche in sede consiliare che mai a mezzo stampa mi sono permesso di polemizzare con l’Amministrazione per la poca attenzione che la Consulta ha ricevuto.La mia posizione non è mai stata pregiudizievole nei confronti dell’Amministrazione. Purtroppo non credo si possa dire lo stesso a vantaggio della Consulta. E cosa è successo in Consiglio Comunale? Intanto è necessario fare una premessa. La Consulta Giovanile è stata creata, nella forma, dall’Amministrazione Casalicchio ma è stata voluta nei fatti dall’Amministrazione Cuffaro. Ed è stata voluta fortissimamente. Se si pensa che le elezioni comunali sono del 13-14 Maggio 2007 e che già il 17 di Luglio 2007 veniva pubblicato il Bando di adesione, a firma dell’allora Assessore alle Politiche Giovanili Luigi Argento, si capisce da soli come la Consulta rappresentasse sin dall’inizio un asse strategico e prioritario della politica della Giunta Cuffaro.Sebbene nelle elezioni comunali la mole di candidati afferenti al Sindaco in carica sia stata di circa 200 la prima anomalia riguarda appunto la composizione numerica della Consulta Giovanile al 17 agosto 2007 e cioè alla data di scadenza del primo bando di adesione.Questo l’ho fatto presente ai consiglieri comunali tutti, ma in particolare a quelli della maggioranza. Non credo, a ragion veduta, che ci sia stato un’adeguato coinvolgimento delle varie personalità e delle varie anime che la maggioranza esprimeva in quel momento.Di certo non pensavo di divenire il Presidente della Consulta con una proporzione di 1 a 3 in Assemblea. È stato ed è troppo stridente il contrasto con i numeri delle elezioni. Quindi Lei ne fa solo una questione di numeri? Assolutamente no! I numeri sono solo la conseguenza di precise scelte. In primis il periodo, 17 luglio-17 agosto, è poco conciliante con la lettura di bandi e la partecipazione agli stessi. Pur tuttavia, ribadisco, la spinta emotiva della vittoria del Centrodestra non giustifica affatto la scarsa adesione in prima istanza. E purtroppo abbiamo elementi per ritenere che non si sia trattato di un errore. Cioè? Quali elementi? In maniera inquevoca vi era la volontà precisa di non aprire la Consulta alle varie componenti della maggioranza. E lo testimoniano gli attestati di gratitudine ricevuti dal sottoscritto, e dai ragazzi a me più prossimi, per l’aver fatto saltare un’operazione (guidata dalle gerarchie dell’allora UdC) da quei stessi ragazzi dell’UdC con cui ci siamo confrontati nelle amministrative. Non bisogna dimenticare che nella campagna elettorale la proporzione fra i candidati dei due schieramenti era di 4 a 1 a vantaggio del centrodestra. Nonostante ciò abbiamo garantito la Vicepresidenza al gruppo vicino allora Vicesindaco. Non sono convinto affatto che (ve ne è stata riprova in Consiglio Comunale) lo stesso metro sarebbe stato utilizzato a proporzioni invertite. Ritornando alla Seduta Consiliare in cui di questo è stata fatta menzione: il Sindaco, che era stranamente presente, ha voluto ribattere a queste parole dicendo che mi contraddicevo perché se la data, il periodo estivo, era stato un errore non si capiva come noi (gli altri) avessimo partecipato così in massa. E concludeva dicendo “se ci fossimo voluti organizzare…(beh non saresti lì a parlare)”. Ecco non ho avuto modo di chiedere al Sindaco, per ovvi motivi di tempo, e lo faccio ora, “Come mai non Vi siete organizzati?”. Strano davvero che una perfetta macchina da guerra, capace di frammentare interi alberi genealogici, non solo famiglie ma anche e soprattutto i rapporti umani consolidati fra gruppi parentali in nome di una vittoria elettorale non sia stata in grado di creare le condizioni per presiedere la Consulta. Ma i cittadini e soprattutto i ragazzi non hanno bisogno di ulteriori spiegazioni. Piuttosto mi ha fatto piacere sentir dire dal Sindaco, nel proprio intervento, che non potevo fare il Presidente della Consulta perché vivo a Palermo concetto questo che ha suscitato non pochi sorrisi, a stento trattenuti, nei consiglieri di maggioranza. Se come sostiene, a ragione, il Consigliere (nonché ex Assessore alle Politiche Giovanili) Claudio Di Stefano la Consulta non ha nessun potere decisionale (lo diceva per sminuire in senso svilente non certo per ribadire ciò che è noto…si chiama proprio Consulta) e questa non avendo quindi responsabilità di merito nella gestione amministrativa del Paese non può permettersi un Presidente che vive, per lavoro, a Palermo….come può permettersi il Dott. Silvio Cuffaro, che se non erro lavora a Palermo anch’esso e che ha in capo la responsabilità di amministrare l’intera comunità, di fare il Sindaco? È chiaro che il rapporto che il sottoscritto ha con l’Amministrazione è logoro. Credo non sia più praticabile nessuna forma di dialogo e nessun segno distensivo ho visto in Consiglio Comunale da parte dell’Amministrazione. Perché ha parlato qualcun altro? Ride (N.d.r) Perché ride scusi? Perché penso che quest’intervista non supererà le 5 pagine e quindi non sarà di interesse dell’allora Vicesindaco. Fino alla data in cui si è tenuto il Consiglio Comunale non sapevo che l’Ass. Librici misurasse le relazioni a pagina. Peccato che i verbali delle Assemblee, che ho regolarmente allegato alla relazione, non fossero in suo possesso…a quel punto il giudizio sulla mia relazione sarebbe stato più lusinghiero. In Consiglio Comunale, anche per il rispetto che devo ai componenti di quell’istituzione, ho fatto immediatamente presente che il Vicesindaco non riteneva adatta la mia relazione perché rappresentava, in maniera inequivoca, quali problemi ha avuto la Consulta nel rapportarsi con l’Amministrazione Comunale. Io ritenevo e ritengo che il Consiglio Comunale sia l’istituzione deputata a conoscere, e se necessario intervenire con gli strumenti propri, affinché eventuali (tanti) problemi vengano a dirimersi. Non mi sono permesso di leggere in maniera pedissequa la relazione e di limitarmi quindi alla sola lettura perché trovo mortificante che un terzo si limiti a fare ciò che un qualsiasi Consigliere Comunale è capace a fare.Ho invece voluto ribadire altre cose. Ad esempio quali? Entro nel merito della relazione presentata e di come ho approntato il mio intervento in Consiglio Comunale.Ho presentato la Consulta ai consiglieri comunali (non ero certo che la conoscessero tutti prima del deposito della mia relazione) ed ho letto gli articoli dello Statuto della Consulta che riguardano la sede e i mezzi e strumenti che di diritto (lo statuto ed il regolamento, in prima stesura, sono stati approvati dal Consiglio Comunale nel maggio 2005) spettano alla Consulta. Se dalla data di pubblicazione del bando (17/7/2007) alla data di insediamento (08/02/2008) sono trascorsi “appena” 7 mesi circa capite bene come le lungaggini burocratiche ed alcune volontà politiche abbiano influito sulle attività della Consulta. Ancora di numeri si tratta? Superiamo il problema dei numeri. Quando nel 2008, dopo aver innumerevoli volte chiesto all’Ass. Argento, mi decisi a chiedere al Sindaco di offrire copertura finanziaria al Bando per il Logo della Consulta questi, ed è scritto chiaro nella mia relazione, si adoperò immediatamente. Direi istantaneamente. In quel momento mi furono chiare un paio di cose che da lì a poco mi sarei apprestato a fare.La prima riguarda una mia attitudine caratteriale. Non mi piace chiedere. Controvoglia ho dovuto chiedere più volte per rivendicare diritti (un non senso..chiedere i diritti).La seconda è di natura politica: se le somme destinate alla Consulta Giovanile sono legate alle capacità del Presidente o di qualsivoglia componente della stessa di attrarre danari per le proprie attività viene meno un principio. Quello della responsabilità. E’ stata ed è l’Amministrazione Cuffaro ad aver voluto la Consulta indi la stessa deve provvedere a garantirne sede, mezzi e strumenti. Esiste una ragione ancora più importante però. La trasparenza. Le somme a disposizione della Consulta devono figurare, come oggi è, su un’apposita voce di bilancio (ndr Spese di funzionamento della Consulta). Non capisco il tecnicismo. E’ molto semplice: io voglio essere controllato dal Consiglio Comunale. E voglio che si sappia quanto la Consulta costa ai cittadini. Cioè in parole nette: in sede previsionale deve essere manifesta la volontà politica di chi amministra mettendo le somme in un capitolo di spesa piuttosto che un altro. In sede consuntiva dev’essere chiaro a tutti gli operatori, politici e non, quanto è costata la Consulta in relazione alle attività messe in campo. In realtà esiste ancora un'altra ragione. Le due cifre (previsionale e consuntiva) servono per avere anche un termine di confronto con altre voci di spesa che possono relazionarsi e sovrapporsi con le attività della Consulta. Cioè? Alcune delle attività della Consulta si sovrappongono con quelle delle Associazioni presenti nella nostra città. Non si riesce a comprendere come la Consulta con 500 € riesca ad organizzare 2 manifestazioni (in ricordo di Falcone alla Villa Saetta Livatino e in favore dei diversamente abili) e a regalare un tavolo da lavoro ad un giovane diversamente abile e alcune associazioni (che all’epoca non avevano neanche i requisiti per partecipare alla Consulta) ricevano incarichi di migliaia di euro per attività pseudo culturali. È una contraddizione palese. Assegnare l’organizzazione di alcune manifestazioni ad associazioni che non possono partecipare ad un organo consultivo comunale perché sono state costituite e presenti sul territorio da meno di un anno (questo è uno dei requisiti richiesti).Comunque credo occorra superare questa fase e spero che lasciare l’incarico di Presidenza, non ricandidandomi alla prossima tornata, possa giovare a sbloccare questa situazione. Ho già raggiunto i miei obiettivi. Quali obiettivi? In primis, dotare la Consulta di una sede. La Determina Sindacale del 31 dicembre 2010 parla chiaro. Attendiamo che vengano messi gli arredi, perlomeno in questo senso si è impegnato l’Ass. Di Noto a cui rinnovo gli auguri di un buon lavoro. Poi per aver realizzato una manifestazione Antimafia, l’unica di questa amministrazione, in cui ho garantito personalmente per la presenza del Presidente della Commissione Antimafia all’ARS.Per aver sostenuto le istanze dei più deboli attraverso il sostegno ai diversamente abili ponendo la Consulta come interfaccia positiva fra chi ha necessità di solidarietà e servizi e l’Amministrazione. Per aver, questo lo spero, trasmesso ai ragazzi che costituiscono la Consulta alcuni messaggi. Far valere i propri diritti, rispettando l’intercolutore, chiunque esso sia, e pretendendo il reciproco rispetto. E della situazione politica raffadalese cosa pensa?Molto è cambiato dall’elezione del 2007. L’ho già scritto e lo ribadisco qua. Il Sindaco Cuffaro aveva la possibilità, attraverso l’entusiasmo, anche di comodo, che accompagnava la compagine politica da Lui guidata di valorizzare realmente alcuni giovani e di far crescere una nuova leva dirigente per il Paese. Così non è stato.Ma vi è di più.Il Centrodestra non è stato capace di elaborare un modello culturale alternativo al precedente anzi ha dovuto ricorrere ad elementi di sinistra per cercare di dare impulso all’attività culturale della propria Amministrazione. La condanna Cuffaro muterà gli equilibri del Paese? Certo, li ha già mutati. Mi permetto però di sottolineare come non si possa cercare ovunque la provocazione. Il 22 gennaio 2011 Salvo di Benedetto scriveva su Agrigentonotizie “C’è anche una minoranza, però, che ha gioito per questa sentenza, anche se nessuno ha avuto il coraggio, fino a questo momento, di manifestarlo pubblicamente, in quanto essa contempla la sconfitta, forse definitiva, di un pericoloso avversario politico, capace di creare un ampio consenso intorno a sé e che in questi ultimi dieci anni ha contribuito, notevolmente, all’affermazione del centro destra a Raffadali”. Queste frasi danno il segno dell’arroganza con cui il sistema Cuffaro a Raffadali si è mosso. Ed io distinguo il sistema Cuffaro da Totò Cuffaro. Chi ha gioito? Cuffaro aveva creato un sistema di garanzia politica per tutti i partiti. A chi dice che esiste una minoranza vigliacca io rispondo dicendo che esiste una minoranza che ha avuto il coraggio di contrapporsi a Cuffaro politicamente, non presentandosi di nascosto ai comizi dell’UDC o nei bar cittadini la domenica, per chiedere la soluzione ai propri bisogni. Voler far passare un silenzio rispettoso verso chi è stato condannato per vigliaccheria è troppo. Ha avuto coraggio chi si è contrapposto lealmente a Cuffaro. E, l’ho già detto, i fedelissimi di Totò Cuffaro sono solo quelli che lo hanno contrastato ed il perché lo vedrete nei prossimi mesi. Cosa si aspetta? È evidente che il collante di questa amministrazione era Totò Cuffaro, vuoi per il potere esercitato, vuoi per la capacità di dirimere le questioni che lo stesso garantiva. Ora attendiamo di essere vandalizzati da qualche politico, magari dei paesi vicini, che attorno al loro potere costruiranno il consenso. È da gennaio che si chiacchiera di candidature a Sindaco e tanti nomi circolano. La riforma elettorale dell’ARS ha congelato le trattative e le strategie, anche di trasversalità, che si approntavano. Personalmente mi auguro che il prossimo Sindaco sia una donna, o che perlomeno una donna venga candidata, e che si possano vedere in Consiglio Comunale e nella nuova Giunta, di qualunque colore sia, nuovi volti, spero giovani, capaci di discutere, pensare e confrontarsi.

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