Coinvolgenti, appassionanti,
sorprendenti: certamente servirebbero molti più aggettivi per descrivere i due
primi giorni di settembre trascorsi nella suggestiva cittadina di Modica dove,
sullo sfondo delle preziose architetture barocche, si sono svolte le ultime due
giornate del “Festival del giornalismo d’inchiesta”. Consiglierei a chiunque di
partecipare a questo festival perché vedere come un gruppo di giovani armati di
buona volontà e un immenso amore per il giornalismo possano ogni anno riuscire
ad organizzare un evento così ben congegnato al quale partecipano sempre grandi
nomi del giornalismo italiano, fa sicuramente ancora sperare che in Italia, ma
soprattutto in Sicilia, possa ancora esistere un giornalismo libero, slegato
dalle redini dei padroni della politica o della malavita, un giornalismo fatto
dai giovani, e non per questo di bassa qualità, anzi tutt’altro. La penultima
giornata del festival è stata aperta dal
giornalismo coraggioso e senza mezze misure di Antonio Mazzeo che, nel corso
della presentazione del libro di Oliviero Beha, “Il culo e lo stivale”, ha
trattato della importante questione del MUOS di Niscemi e della recente querela
ricevuta per aver trattato in un suo articolo delle infiltrazioni mafiose
all’interno di un comune del messinese. Subito dopo, è stato il turno di
Attilio Bolzoni e del suo giornalismo che tratta di mafia e di antimafia con
profonda cognizione di causa. Bolzoni presentando il suo libro “Uomini soli” ha
fatto rivivere a tutto il pubblico l’atmosfera che si respirava vent’anni fa
all’interno del tribunale di Palermo, quando egli, allora giovane
corrispondente de “La Repubblica”, intervistava i giudici Falcone e Borsellino.
Alla presentazione del libro è seguita la proiezione del relativo documentario
di Bolzoni, nel quale l’autore, svolgendo una malinconica passeggiata
nell’odierna Palermo, ricorda alcune delle innumerevoli vittime di mafia grazie
soprattutto alle suggestive testimonianze dei parenti di quest’ultime, come
quella della vedova Montinaro. La terza serata del festival si è conclusa, poi,
con lo spettacolo “Se è in crisi la domanda figuriamoci la risposta” di e con
Francesca Fornario, giornalista satirica che ha saputo realizzare un dipinto assolutamente
veritiero dell’Italia dei tempi della crisi. La giornata conclusiva del
festival è stata inaugurata da un interessante dibattito sul tema “Giornalisti
e giovani. C’è un futuro?” al quale hanno partecipato Valeria Grimaldi di Dieci
e Venticinque, Claudia Campese di CTzen, Gaetano Alessi di Ad Est e Giuseppe
Pipitone de “Il fatto quotidiano”. Nel dibattito sono state portate alle luce
le diverse problematiche che i giovani giornalisti di oggi devono affrontare
per sopravvivere in un mondo che è fortemente in crisi, soprattutto di ideali,
e che non dà molto spazio a chi vuole iniziare a farvi parte. Ciò che, però, è
più emerso dai discorsi di tutti e quattro è stata la travolgente volontà di
andare avanti, senza farsi scoraggiare, e il desiderio di crescere e maturare
inchiesta dopo inchiesta. La giornata è stata, poi, conclusa dall’esperienza
decennale del giornalista Mazzetti, che ha rapito il pubblico con le sua
veritiera descrizione del giornalismo odierno e i gli interessanti racconti
della sua lunga collaborazione con Enzo Biagi.
Sotto
la pioggia di un temporale estivo, è terminata così anche questa edizione del
festival del giornalismo di Modica, un’edizione che sicuramente verrà ricordata
per l’impeccabile organizzazione. E proprio dall’esperienza decisamente
positiva vissuta a Modica, grazie al supporto dell’amministrazione comunale, si
sta organizzando a Raffadali un piccolo festival del giornalismo nei primi mesi
del 2013, in occasione dei festeggiamenti del decennale di “AdEst”.
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