sabato 13 ottobre 2012

Da Modica a Raffadali aspettando il decennale di AdESt

Di Maria Gazzitano


Coinvolgenti, appassionanti, sorprendenti: certamente servirebbero molti più aggettivi per descrivere i due primi giorni di settembre trascorsi nella suggestiva cittadina di Modica dove, sullo sfondo delle preziose architetture barocche, si sono svolte le ultime due giornate del “Festival del giornalismo d’inchiesta”. Consiglierei a chiunque di partecipare a questo festival perché vedere come un gruppo di giovani armati di buona volontà e un immenso amore per il giornalismo possano ogni anno riuscire ad organizzare un evento così ben congegnato al quale partecipano sempre grandi nomi del giornalismo italiano, fa sicuramente ancora sperare che in Italia, ma soprattutto in Sicilia, possa ancora esistere un giornalismo libero, slegato dalle redini dei padroni della politica o della malavita, un giornalismo fatto dai giovani, e non per questo di bassa qualità, anzi tutt’altro. La penultima giornata del festival è stata aperta  dal giornalismo coraggioso e senza mezze misure di Antonio Mazzeo che, nel corso della presentazione del libro di Oliviero Beha, “Il culo e lo stivale”, ha trattato della importante questione del MUOS di Niscemi e della recente querela ricevuta per aver trattato in un suo articolo delle infiltrazioni mafiose all’interno di un comune del messinese. Subito dopo, è stato il turno di Attilio Bolzoni e del suo giornalismo che tratta di mafia e di antimafia con profonda cognizione di causa. Bolzoni presentando il suo libro “Uomini soli” ha fatto rivivere a tutto il pubblico l’atmosfera che si respirava vent’anni fa all’interno del tribunale di Palermo, quando egli, allora giovane corrispondente de “La Repubblica”, intervistava i giudici Falcone e Borsellino. Alla presentazione del libro è seguita la proiezione del relativo documentario di Bolzoni, nel quale l’autore, svolgendo una malinconica passeggiata nell’odierna Palermo, ricorda alcune delle innumerevoli vittime di mafia grazie soprattutto alle suggestive testimonianze dei parenti di quest’ultime, come quella della vedova Montinaro. La terza serata del festival si è conclusa, poi, con lo spettacolo “Se è in crisi la domanda figuriamoci la risposta” di e con Francesca Fornario, giornalista satirica che ha saputo realizzare un dipinto assolutamente veritiero dell’Italia dei tempi della crisi. La giornata conclusiva del festival è stata inaugurata da un interessante dibattito sul tema “Giornalisti e giovani. C’è un futuro?” al quale hanno partecipato Valeria Grimaldi di Dieci e Venticinque, Claudia Campese di CTzen, Gaetano Alessi di Ad Est e Giuseppe Pipitone de “Il fatto quotidiano”. Nel dibattito sono state portate alle luce le diverse problematiche che i giovani giornalisti di oggi devono affrontare per sopravvivere in un mondo che è fortemente in crisi, soprattutto di ideali, e che non dà molto spazio a chi vuole iniziare a farvi parte. Ciò che, però, è più emerso dai discorsi di tutti e quattro è stata la travolgente volontà di andare avanti, senza farsi scoraggiare, e il desiderio di crescere e maturare inchiesta dopo inchiesta. La giornata è stata, poi, conclusa dall’esperienza decennale del giornalista Mazzetti, che ha rapito il pubblico con le sua veritiera descrizione del giornalismo odierno e i gli interessanti racconti della sua lunga collaborazione con Enzo Biagi.
Sotto la pioggia di un temporale estivo, è terminata così anche questa edizione del festival del giornalismo di Modica, un’edizione che sicuramente verrà ricordata per l’impeccabile organizzazione. E proprio dall’esperienza decisamente positiva vissuta a Modica, grazie al supporto dell’amministrazione comunale, si sta organizzando a Raffadali un piccolo festival del giornalismo nei primi mesi del 2013, in occasione dei festeggiamenti del decennale di “AdEst”.

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