Una trentina, non di più. Poca roba, se
non fosse che qualche “comunicatore” alla ricerca di notizie ha avuto la voglia
di trasformare un fatto “privato” (la visita di un detenuto al padre malato) in
un ennesimo atto pubblico, non richiesto, e sicuramente non gradito.
Totò Cuffaro è un condannato per fatti
di mafia. Non c’è nulla di onorevole in questo. E’ onorevole invece il modo in
cui ha scelto di essere un carcerato. Silente, dignitoso.
La nostra storia con lui si è chiusa il
22 gennaio del 2011.
Il giorno stesso della condanna da
queste pagine gli offrimmo l’onore delle armi scrivendo: “Noi Cuffaro l’abbiamo affrontato quando
era potente, quando ci voleva coraggio, ora è scattata l’ora dei vigliacchi e
non ci appartiene. Non festeggeremo. Perché non c’è niente da festeggiare. Con
la sentenza di oggi si ratifica che per otto anni la Regione siciliana è stata
un’emanazione di “cosa nostra” e noi, uomini e donne che amiamo ogni angolo
della nostra terra, non pensiamo sia una notizia che può farci felici. Lasceremo
festeggiare chi fino ad ieri leccava il culo al clan Cuffaro per avere le
briciole e che ora per rifarsi una verginità sputerà su Totò cercando di
iscriversi al partito degli anticuffariani. Ci fate pietà e molto più schifo di
un nemico che abbiamo sconfitto e a cui ora cediamo l’onore delle armi”.
Ma la verità è che i peggiori nemici di
Cuffaro sono sempre stati i suoi cosiddetti “amici”.
Al contrario della sua ultima versione, caciaroni,
scomposti, falsi.
Amici (e parenti) divenuti sempre meno tali,
ma con una sconfinata boria e finto orgoglio di “appartenenza” che a Cuffaro fa
solo del male.
Totò oggi sicuramente avrebbe voluto
solo salutare il padre e passare una giornata in famiglia. Grazie a questi
“amici” domani si ritroverà proiettato su tutte le testate nazionali, di nuovo
dentro il tritacarne dei media. E Raffadali, che ha lasciato dietro le spalle
quel periodo, sarà nuovamente il posto dove i condannati per mafia vengono
applauditi. Trenta su dodicimila. Nulla contro un intero paese. Ma faranno il
rumore di uno sparo nel buio.
Ci ritroveremo ancora una volta a dover ricostruire l'immagine di una collettività che è fatta di tanti ragazzi e gente perbene, ma ormai ci siamo abituati.
Una cosa però lascia perplessi. C’erano
due consiglieri comunali ad applaudire un condannato per fatti di mafia:
Giovanna Vinti e Salvatore Alaimo. Spero abbiano la decenza di non presentarsi
alle prossime iniziative sulla legalità in paese. Spero anche che qualcuno
della maggioranza glielo faccia presente, spero che qualcuno della Giunta
voglia marcare una netta differenza tra il recente passato, il presente e il futuro.
Bisogna scegliere da che parte stare. Noi l’abbiamo fatto tanti anni fa, ed il
tempo ci ha detto che era la parte giusta.
Ultime due righe.
Una la dedichiamo a Totò: che paghi serenamente il suo debito con la giustizia ammantato dal silenzio del quale ha voluto circondarsi.
L'altra la dedichiamo a noi che stiamo pagando il prezzo
del suo modo paludoso e colluso di fare politica. Ci ha lasciato un deserto di
precariato e povertà, non solo economica, ma anche sociale e culturale. Per questo l'abbiamo combattuto. Per questo cerchiamo di portare avanti un' idea di società che sia diversa dalla sua, che sia più giusta e onesta. Direte che amiamo le utopie? E chi se ne frega! Siamo cocciuti, sappiamo “resistere” e costruire e alla fine, come diceva
Gramsci, siamo sicuri che “la rosa è viva e certamente dopo la neve fiorirà”.
2 commenti:
Tanù!!!!!....vedi che ad applaudire, c'erano ANCHE, DEI candidati del PD, e Dell MPA, pezzi della maggioranza (consiglieri), pezzi IMPORTANTI dell'attuale consiglio comunale "ad alto livello" ed uomini che rappresentano forti alleati dell'amministrazione in carica, che passavano e spassavano da via Rosario, comu quannu si passava di piccilizzi pi la zita, con il motorino, aspettando che la corteggiata uscisse dall'uscio per uno sguardo rubato.........ERAVAMO in tanti...in MOLTI
Ne prendo atto. E la cosa non sposta di un minimo quanto scritto. Ed il battage di merda arrivato oggi su Totò e su Raffadali su tutti i media nazionali e spagnoli dimostra che siete davvero i suoi peggiori nemici. Te lo traduco? Scommettiamo che Cuffaro non avrà più i permessi per vedere i familiari? Complimenti "giovani talpe".
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