di Gaetano Alessi
Provo un senso di malcelato
fastidio ultimamente. Come se non riuscissi più ad immedesimarmi in una
comunità che, dicono, dovrebbe essere la mia. In un paese che, dicono, dovrebbe
essere il mio.
Non sono mai stato nazionalista. Sarò retrò ma la
sofferenza e la gioia di un uomo mi emoziona indipendentemente da dove è nato e
le frontiere sono solo gabbie in cui gli uomini cercano di trincerare sicurezze
di comodo. Se non ci fossimo contaminati con altre culture saremmo ancora ad
aspettare il fulmine per accendere il fuoco. Ma dato che ogni mattina mi alzo e
sento parlare italiano, lavoro e pago le tasse al governo di questo paese, un
minimo d’interesse ai fatti che accadono da Trento a Trapani non posso negarlo.
Noto però che più passa il tempo,
più il fastidio tende a trasformarsi in schifo.
Mi spiego. Per aver combattuto la
mafia da anni faccio avanti e indietro dai tribunali, dove io, cittadino che ha
denunciato, vengo trattato da criminale ed il mafioso, che ha abusato e
violentato il territorio, l’uomo da tutelare. Per aver portato pane e latte ad
una nave umanitaria carica di poveri cristi al limite della sopportazione
umana, ho sfiorato l’avviso di garanzia per favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
Ma è giusto che tutto questo accada, le regole sono regole e vanno rispettate,
se uno le viola come ho fatto io deve pagarne le conseguenze e aspettare che le
giustizia faccia il suo corso.
Però sarebbe bello che questo
valesse per tutti.
Ma non è così. Se la più alta
carica dello Stato arriva al punto di quasi estorcere alle Camere un
provvedimento di amnistia pur di togliere dai guai il leader del Pdl,
condannato in maniera definitiva da un tribunale dello Stato, il concetto “la
legge è uguale per tutti” comincia a vacillare.
Comincia pure a vacillare il
concetto di “solidarietà” quando gli autori di leggi vergogna come la Bossi-
Fini s’ammantano d’ipocrisia ed a Lampedusa piangono di fronte a centinaia di
bare che hanno contribuito a riempire.
Se ci fosse un minimo di
giustizia dovrebbero essere accusati di omicidio plurimo, invece fanno i
ministri e se gli va bene i vicepremier. Mentre i migranti se hanno l’ardire di
sopravvivere sono colpevoli del reato di clandestinità e appena hanno finito di
sputare l’acqua mista a gasolio che hanno nei polmoni vengono incriminati,
chiusi nei lager chiamati CIE e poi rimpatriati nei loro paesi dove il boia che
gli da il colpo di grazia lo trovano di sicuro. Così imparano a inseguire la
speranza di un futuro diverso.
A proposito di boia. Vorrei
esprimere la mia solidarietà a quei poliziotti che ad Albano Laziale si sono
ritrovati a dover difendere il feretro di un criminale nazista. Credo che molti
di loro se avessero saputo che gli sarebbe toccato anche questo avrebbero fatto
altro nella vita.
Come altro nella vita penso
dovrebbe fare il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro che ha autorizzato questo
scempio, scavalcando la volontà di una comunità espressa dal proprio Sindaco.
Una carica dello Stato nei suoi atti
rappresenta tutto lo Stato, e se l’Italia è il paese in cui si permettono le
esequie ad un criminale nazista, boia ed assassino, concedetemi di scrivere che
non è un paese dignitoso.
Attendo fiducioso qualche segnale
dal Governo, che non arriverà. C’è da trovare la copertura per l’Imu, tutto il
resto sono quisquilie.
Inciso sul Governo. Il 12 c’è
stata una straordinaria manifestazione a Roma in difesa della Costituzione. Ora
tralasciando l’assurdità che si debba manifestare per difendere la più bella delle
Costituzioni occidentali, nel corteo si sono viste bandiere di tutti i tipi e
colori, dai 5 stelle (che dimostrano avere differenze di vedute al proprio
interno) ai più sparuti partiti comunisti. Mancavano in toto le bandiere di una
solo forza politica che dice si rivede nella Costituzione: il Pd (che si
dimostra così molto più staliniano e ottuso dei grillini) .
Capisco che pur di stare al
governo si arrivi al punto di vendere l’anima, ma attenzione il passaggio
successivo è quello di diventare come il nemico, e pare che manchi davvero
poco.
Ma in tutto questo bailamme di
squallore c’è qualcosa e qualcuno capace di farmi sentire orgoglioso non di
essere Italiano, ma umano. Gli uomini e le donne del pezzo più a sud dello
stivale. Lampedusa. Il suo popolo nonostante leggi vergognose, l’abbandono
dello Stato e, se non ci sono morti, dei media, la crisi, la stanchezza,
continuano testardamente, cocciutamente a sventolare la bandiera della
solidarietà. Raccontandoci di un mondo dove davanti al rispetto della vita
umana non esistono leggi, codici e condanne, esiste solo una mano che nel buio
si china per portarti a bordo.
Questa è una comunità in cui mi sono sentito e mi sentirei sempre a
casa.leggi e sostieni AdEst
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