lunedì 14 dicembre 2009

Acqua pubblica parte 3. La Federazione della Sinistra risponde a Paolo Vizzì

di Vincenzo Lombardo
Federazione Sinistra Alternativa

"La critica tranciante ed assoluta ad ogni forma di destatalizzazione mi lascia per alcuni versi perplesso".
Dibattere credo che sia bene ed utile, falsare il pensiero altrui per dare forza ai propri argomenti non aiuta certo a costruire un percorso, non dico comune, ma almeno condivisibile.
"Ogni" forma di destatalizzazione?" E chi ne ha parlato? Io no di certo. Qua si sta parlando "solo" di acqua. E in questo campo non si possono avere tentennamenti. L'acqua è un bene comune vitale per l'umanità e non deve essere consentito a chicchesia di lucrare su questo bisogno primario.
Perchè un allaccio alla rete idrica, che si realizza ancora nei comuni a gestione pubblica con qualche decina di euro, schizza a 1.500 euro sotto la gestione di Girgenti Acque? Io ho la mia risposta e la fornisco in modo categorico, condiviso o no. Perchè l'acqua, a differenza della cravatta o della collana o anche dell'auto, è un bisogno primario essenziale di cui non puoi fare a meno, ed allora lo squalo ci si butta dentro per realizzare profitti, quanti più profitti possibile. Costi quel che costi dal punto di vista umano e sociale.
Sarà un caso che gli Stati Uniti, patria del liberismo e del mercato, mantengono l'acqua in mano pubblica? Verrebbe da dire che lì, anche gli squali hanno una coscienza (sanità a parte).
Altro discorso è l'inefficienza della gestione pubblica, specie dalle nostre parti. Qua scontiamo, tutti, il terrore di governare davvero i processi, specie se rischi di alienarti il favore elettorale.
In anni molto lontani, anni '80, un gruppo di malpensanti, fra i quali il sottoscritto, tenne un'assemblea popolare davanti la chiesa madre, nella quale si sosteneva la necessità di introdurre i contatori perché l'uso dell'acqua- allora scarsissima- fosse regolato in modo da far pagare poco o niente per la prima fascia, quella del minimo vitale, mentre la tariffa cresceva progressivamente, secondo lo spirito della costituzione, man mano che aumentavano i consumi. Parliamo del periodo in cui l'acqua veniva erogata per tre ore ogni 18/20 giorni. Il "popolo", spalleggiato dai benpensanti, poco ci mancò che ci lanciasse contro le mattonelle della piazza. Voglio dire che è sempre mancata una vera cultura del governo e la filosofia dominante è stata quella del "tirare a campare", il che può garantire consensi nell'immediato, ma crea i presupposti del disastro per le generazioni future. Abbiamo dispearto bisogno di cambiare cultura.
Chiuso questo capitolo e tornando all'attualità, apprezzo molto l'intervento di Aldo Virone che, tra l'altro, non ha avuto da ridire sul mio intervento. Come annunciato ho trasmesso oggi, prot.14359 del 14-12-2009 lo schema di delibera al Sindaco e al presidente del consiglio comunale e mi appresto a consegnarlo brevi manu anche ad Aldo Virone. Devo dire che la delibera non solo reclama la ripubblicizzazione del SII ma fornisce orientamenti di politica ambientale che punta ad una formazione dei cittadini mirata al risparmio idrico e alla drastica riduzione dell'utilizzo di acqua minerale, con benefici effetti per le tasche dei cittadini e per l'ambiente.
In ogni caso la battaglia per la ripubblicizzazione dell'acqua continuerà, deliberi o no il consiglio comunale in questo senso. E' in fase di costruzione un forum provinciale per la difesa dei beni comuni e della democrazia che dovrà anche intestarsi una serrata battaglia contro il ventilato progetto di costruzione di una centrale nucleare a Palma Montechiaro. A proposito: hanno in testa di realizzarla dentro l'aeroporto, visto che anche questo dovrebbe sorgere nella stessa zona?
Va bene che siamo nella terra di Pirandello, ma qua c'è un tale mix di tragico e di ridicolo che rischi di non capire più se stai assitendo ad una tragedia o ad una farsa.
Comunque sia, se non dovessimo vederci o leggerci, Buone Feste ad AdEst ed a tutti gli adestini.

2 commenti:

Paolo Vizzì ha detto...

"L'acqua è un bene comune vitale per l'umanità e non deve essere consentito a chicchesia di lucrare su questo bisogno primario."
Enzo Lombardordo

".... penso che, fermo il concetto di acqua come bene pubblico, non esista a priori un metodo di gestione migliore di un'altro. Mi spiego meglio: il bene pubblico, con le dovute regole, può essere gestito da un privato purchè questi sia chiamato a svolgere un servizio, non a guadagnare sul bene medesimo!"
Paolo Vizzì

Non è che la distanza tra i nostri pensieri sia poi così tanta...
Un saluto
Se non ci vediamo, buone feste prof.

Anonimo ha detto...

No, Paolo, non funziona così. Basta richiamarsi ai principi basilari della legge di mercato su cui si fonda l'iniziativa privata. Questa è guidata dal principio edonistico che teorizza il massimo profitto col minimo sforzo. Semplificando e volgarizzando ciò significa,nel caso dell'acqua: chi se ne fotte se la gente si lamenta del servizio? è bene che la gente consumi quanta più acqua possibile perchè così io aumento i miei profitti; l'acqua è mia e me la gestisco come mi pare, non mi interessa niente della partecipazione dei cittadini, anzi meno essa interviene meglio è... e così via elencando.
L'azienda pubblica è guidata, invece, da altri principi. 1° La gestione non punta al profitto ma alla parità di bilancio; l'assenza del profitto comporta una tariffa inferiore perchè su di essa non grava la quota destinata al profitto. 2° Il gestore pubblico, per il solo fatto che deve rendicontare in termini politici ai cittadini, non può fare a meno di tenere conto delle esigenze dei cittadini ed ha interesse a che questi partecipino, almeno a livello di conoscenza, ai processi gestionali. Questa si chiama, in termini politici, democrazia. Forse la democrazia a volte è fastidiosa; sempre meglio dell'autoritarismo.
E la democrazia in questo paese sta vivendo momenti difficili. Non tanto e non solo per le svolte autoritarie che il centro destra vuole imprimere alla vita pubblica con l'attacco sistematico alle istituzioni che consentono alla democrazia di esistere e non degenerare (Costituzione in primis, poi parlamento, corte costituzionale, magistratura) ma col ricorso a meccanismi di rappresentanza della democrazia falsati e drogati, come l'escogitazione di leggi elettorali autoritarie mirate al mantenimento perpetuo dello stato di cose presenti. Questa tendenza ad imporre, ope legis, l'attuale orizzonte come destino finale dell'umanità contiene in sè tanti germi di violenza che non può che suscitare reazioni altrettanto rischiose per la tenuta del sistema democratico nel suo complesso.
Lo Stato, se vuole davvero essere organizzazione sovrana di un popolo- il demos- su un territorio, deve favorire la libera organizzazione di esso popolo all'interno delle espresioni dello stato. L'emarginazione e l'esclusione di settori di popolo non solo è eticamente inaccetabile ma è politicamente miope. Io penso che la democrazia si salva se la si fa vivere, non se viene mortificata.
Ancora auguri, sperando che il nuovo anno segni l'inizio di un dialogo fra persone che, comunque, hanno deciso di stare in campo e non ritirarsi nel tranquillo orticello di casa.
vincenzo lombardo